Milan, quante virtù: bello ma anche cinico

Il Milan ha spostato la pietra del sepolcro ed è risorto. Le sacre scritture del pallone danno chiara testimonianza del cambio di passo dei rossoneri, di cui si è già ampiamente parlato, ma dalla trasferta europea in Bulgaria, dove il Milan è stata l’unica squadra italiana a fare bottino pieno nella tre giorni europea, i gattusiani tornano con un’altra certezza: le qualità messe in campo contro la Spal e la Lazio in campionato, e certamente anche contro il Ludogorets, si affiancano ora a un cinismo proprio di una squadra navigata.

Nella gita a Razgrad il Milan è apparso lento e impacciato nel primo tempo: Bonucci alzava la testa e nessuno si preoccupava di smarcarsi per ricevere il suo passaggio, Abate faceva più danni che altro, l’attacco era totalmente evanescente. Non che i padroni di casa avessero tanto impensierito Donnarumma, pur essendo una squadra votata all’attacco a dispetto della scarsa tradizione europea, ma i rossoneri avevano soltanto collezionato passi indietro nella prima frazione di gioco. Poi il lampo di Cutrone, ed ecco che entra un nuovo Milan: capace di soffrire nella ripresa ancor di più che a Ferrara, con i bulgari che colpiscono un incrocio dei pali e creano scompiglio dalle parti di Gigio, e i nostri che ripartono trovando il 2-0 su rigore.

Il Milan ha saputo gestire il momento di difficoltà senza sbracare, con un grandissimo Romagnoli a difendere (qualcuno ha ancora dei dubbi su questo ragazzo?) e un lodevolissimo Borini che ha trovato nel ruolo di gregario e non di primo responsabile, il suo contesto più azzeccato. Si dice spesso che gli scudetti o le vittorie decisive si ottengono con grande cinismo, essendo brutti ma efficaci. Il bel Milan dell’ultimo periodo ieri ha certificato nella ripresa un risultato meritato, passando però per le armi della concretezza e dello spirito di squadra più che del fioretto. Certamente un’ottima notizia, in vista del ciclo di fuoco in campionato: Sampdoria, Roma e Inter, fatevi sotto.

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