Di Francesco: “Il Milan è un’ottima squadra, Gattuso sta facendo bene. Noi dobbiamo essere più continui”

Di seguito, le dichiarazioni rilasciate dal tecnico della Roma, Eusebio Di Francesco, in occasione della conferenza stampa odierna.

Sul fatto che la Roma stia affrontando il periodo più delicato della sua stagione: “Tutti i periodi sono delicati, dipende poi dai punti di vista. Le partite iniziano ad essere sempre di meno ed è vero che i margini d’errore vanno limitati, diventa un momento delicato della stagione. Dobbiamo cercare di mantenere e volere fortemente il terzo posto in campionato e provare a passare il turno con lo Shakhtar perché abbiamo ancora possibilità. E’ un momento molto importante della stagione”.

Sul Milan: “Il Milan ha un’ottima squadra e un’ottima rosa, Gattuso è riuscita a sfruttarla al meglio, con il suo lavoro. Giocano un buon calcio, hanno una buona organizzazione e il 4-3-3 esalta le caratteristiche dei giocatori. Ha fatto un ottimo lavoro e faccio i complimenti a Rino”.

Su Schick e Dzeko: “Sono tutti pronti, ieri si sono allenati tutti con il gruppo, anche chi ha fatto 90 minuti con lo Shakhtar. Domani farò le scelte, Schick può giocare dall’inizio, così come tanti altri. Nella normale turnazione di una squadra che ho sempre fatto, e non di senatori come ho sentito, c’è qualcuno che gioca e qualcuno che resta fuori. Schick si è allenato con grande continuità e può giocare dall’inizio”.

Su cosa sia accaduto dopo la gara di mercoledì:Mi piace molto questa domanda, posso chiarire alcune cose non vere che sono uscite. Dopo la partita, non parlo mai con la squadra. Non ho parlato con i dirigenti, a parte due chiacchiere a tavola, ma sono stato tra i primi ad andare a letto. Neanche il giorno dopo ho parlato con la squadra, perché volevo riesaminare le cose a freddo e non a caldo, perché, a volte, si possono dire e pensare cose sbagliate. Ho riparlato ieri con la squadra, cercando di fare capire che in Champions possiamo passare, come dimostrato nei primi 50 minuti e, allo stesso tempo, ci dobbiamo ributtare in campionato con determinazione. Dobbiamo cercare più continuità nella partita, non dico 90 minuti, ma almeno 70, che sarebbero il top per vincere le partite o portarle a termine in un certo modo. Questo è il discorso che ho affrontato con loro. Poi le cose personali restano tali”.

Sulla posizione di Nainggolan:Mi avete massacrato dicendomi che avrebbe dovuto giocare più avanti. E’ una questione di aspetto mentale, deve ritrovare la forza e la determinazione che ha, al di là del sistema di gioco. Avrei voluto che facesse 10 gol da trequartista e darvi ragione, l’importante è sempre la Roma. Io alleno la Roma, l’importante non è il singolo, ma l’obiettivo finale. A prescindere dal modulo, l’aspetto mentale fa la differenza. Nainggolan tornerà ad essere quello che conosciamo”.

Su cosa manchi alla Roma per vincere lo scudetto:Culture e tempi differenti. Il desiderio è quello di costruire una mentalità che passa attraverso molte cose: regole, progettazione, continuità. Quello dello scudetto era un gruppo che aveva giocato insieme diversi anni e che aveva creato coesione totale. Non si può paragonare, sono mondi diversi. C’era meno abitudine a condividere le cose, ma questo è relativo”.

Sul 4-3-3:Le caratteristiche dei giocatori sono alla base dei sistemi di gioco. Si può tornare al vecchio modulo, la capacità della squadra è avere la forza di farli entrambi. L’interpretazione dei moduli, nella gara, è fondamentale: nel primo tempo, il 4-2-3-1 è stato interpretato benissimo, mentre, nel secondo tempo, meno. Quello che mi fa arrabbiare è la mancanza della ricerca di quello che avevamo preparato, che può succedere, ma credo sia un aspetto mentale. Io alleno in un certo modo, cerco continuità in queste cose e dobbiamo migliorare”.

Sulla compatibilità di Schick e Defrel con Dzeko: “Sia con che al suo posto. Abbiamo provato Schick con Dzeko senza avere risposte troppo positive. Quando la squadra perde, mi chiedete di Schick. Sia lui che Dzeko sono forti e importanti, possono fare il centravanti. Defrel è più un jolly dell’attacco. E’ più facile giochi l’uno o l’altro che insieme”.

Sulle dichiarazioni di Pallotta: “Non ho sentito le dichiarazioni e non ascolto le radio. E’ una mia scelta, rispetto tutti, ma non lo faccio perché debba mantenere grandissimo equilibrio. Non conosco l’argomento”.

Sul fatto che la Roma abbia cambiato tanti allenatori: “Allenare una grande squadra non è facile. Qui si vive di alti e bassi, sapevo di trovare questo ambiente. Quando si tirano somme e bilanci prematuramente, non mi piace. Sicuramente, nella gestione, ci sono stati dei problemi, dal momento che ci sono stati tutti questi allenatori. Io sono sempre me stesso e sono coerente con il modo di fare, sia fuori che all’interno del mio spogliatoio, e continuerò ad esserlo”.

Su Nainggolan:Ha avuto qualche problemino al polpaccio, ma si sapeva. Posso dire qualche numero? Nell’ultima gara, a livello fisico, ha fatto una delle migliori prestazioni. A livello tattico, poi, è un’altra cosa. La squadra, fisicamente, è in crescita”.

Su come si migliori la continuità: “Stimolandoli all’attenzione e all’applicazione, lavorando come prima del primo gol. Nell’attimo in cui abbiamo abbassato l’attenzione loro, ci hanno punito subito. Abbiamo sofferto all’inizio, a destra, poi, a parte quello, abbiamo lavorato benissimo. E’ inconscio, tutti volevano un risultato positivo. Sappiamo leccarci le ferite e farne tesoro anche per il campionato”.

Sul fatto che El Shaarawy, in Champions, sia rimasto fuori:Ho preferito Under, che ha fatto gol. Contano, prima di tutto, le condizioni psicofisiche dei giocatori. Non lo vedevo al top e ho ritenuto più opportuno, vista la partita e le esigenze, lasciarlo fuori. Non l’ho fatto volentieri, con lui ho parlato e sa che deve ritrovarsi. Sono convinto che tornerà quello di prima, mi è dispiaciuto fare questa scelta, ma è stata tecnica, è inutile nascondersi”.

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