Ringhio l’inventore: dal 4-3-3 al 3-3-4, una scelta folle quanto efficace

Il Diavolo mette la freccia per la Champions. Maturata la sesta vittoria consecutiva in campionato, il Milan si porta a meno cinque punti dal quarto posto, attendendo innanzitutto la sfida dell’Allianz Stadium con la Juventus ed il derby da recuperare il prossimo 4 Aprile con l’Inter. L’ennesimo passo di un ballo che adesso è bello da vedere, sia fuori che dentro il campo.

Una solidità di gruppo mai vista negli ultimi anni, una grinta degna dei tempi d’oro ed una consapevolezza dei propri mezzi stanno facendo viaggiare a gonfie vele i rossoneri, adesso più motivati che mai. Il cambio di marcia l’ha ovviamente dato Rino Gattuso, il capo di questa missione riparatoria, la mente che sta riportando nelle zone elitè il suo caro e vecchio Milan. Un comandate così coraggioso e tenace da gettare nella mischia a Genova uno spento Andrè Silva, il quale in una settimana ha rivisto la luce con due reti decisive che hanno consegnato sei punti al diavolo. Nulla da recriminare anche riguardo la scelta tecnica relativa a Kalinic, suo pupillo escluso nella gara di ieri e ancora in cerca della propria dimensione. Ringhio ha avuto la meglio.

Il tecnico rossonero ha anche variato stranamente modulo, con l’intenzione ovvia di portare a casa i tre punti. Gattuso ha invertito il senso dello schieramento classico rossonero, passando da un 4-3-3 ad un 3-3-4. Borini lascia spazio ad Andrè Silva che va a fare il centravanti insieme a Cutrone. Ai lati ovviamente Suso e Calhanoglu, con Bonaventura, Biglia e Kessiè sulla mediana. Il modulo a trazione anteriore ha dato i suoi frutti, con un Milan che ha saputo tenere il baricentro alto senza lasciare ulteriori centimetri agli avversari. A deciderla sul campo è stato il talento portoghese profumatamente pagato, ma a metterla sul binario giusto è stato Ringhio, anima, mente e corpo del Diavolo.

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