Suso e Calha, niente luci a San Siro. Serve più incisività in certi match

Il Milan esce con le ossa rotte da casa sua. Gliele è venute a spezzare l’Arsenal, reduce da quattro sconfitte consecutive che improvvisamente ha ritrovato gioco, solidità e colpi risolutivi proprio contro i rossoneri. Quasi mai in partita i gattusiani: Mikytharian e Ramsey hanno colpito senza concedere appello. A Londra servirà un’impresa e le dichiarazioni di Gattuso nel pre-partita e di Bonucci nel post, orientate tutte a una denuncia di poca esperienza della squadra in Europa, fino in fondo comprensibile, hanno fatto pensare che dalle parti di Milanello fossero più le preoccupazioni che le certezze.

Nella nefasta serata milanista a non brillare sono stati un po’ tutti: Kessié, per quanto generoso, tanto impreciso, Calabria sovrastato quasi totalmente dalla sua parte, Biglia spaesato e una squadra incapace molto spesso di fare due passaggi a fila. Un netto passo indietro rispetto alle ultime uscite: il Milan non perdeva, sempre 0-2, dal 23 dicembre e dopo 13 partite la serie magica si interrompe. Alquanto spuntato anche Cutrone, al quale sono mancati qualsiasi tipo di riferimenti. Ed ecco che sale mestamente alla ribalta la serata negativa anche dei due esterni d’attacco, Suso e Calhanoglu. Tutti presi a puntare l’uomo e a saltarlo raramente, e totalmente imprecisi nelle velleitarie conclusioni dalla distanza quando si trattava di avvistar la porta, hanno in un colpo mostrato di nuovo tutta la loro goffaggine di inizio stagione. Ma questo Milan è come uno scolaro che dopo tanti nove in pagella, prende un’insufficienza: troppo poco per pensare di essere bocciato. Purché a Londra, almeno, ci si provi. I 70 mila che hanno riempito San Siro hanno un credito in sospeso.

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