Un tramonto di domenica mattina

Avremmo dovuto commentare chissà quale mirabolante vittoria o piuttosto un noioso pareggio, financo una indigesta sconfitta. Invece San Siro è rimasto spento, ritto là nel suo grigiore, vuoto come la domenica che abbiamo vissuto. Il miglior modo per tributare chi non c’è più, forse, è giocare, per rendergli concreto omaggio, ma quando accadono queste cose proprio non si può far finta di nulla. Giocatori e dirigenti non avevano alcun ardore di partecipare alle contese domenicali una volta incassata la tremenda notizia della scomparsa di un bravo ragazzo e un ottimo professionista.

Davide Astori è stato per lungo tempo un tormentone di mercato relativo al Milan. È stato accostato ai rossoneri più volte, lui che aveva fatto tutta la trafila nelle giovanili dal 2001 al 2006, quando la prima squadra scorrazzava per l’Europa e dominava in lungo e in largo. Non è mai riuscito a vestire di nuovo la maglia rossonera, ma è stato proprio il Milan a chiedere che non si giocasse un derby tanto atteso. Difficile poter immaginare il contrario: Cagliari, Roma, Fiorentina, Nazionale. Erano troppi gli animi coinvolti e la voglia di chiudersi soltanto in un drammatico silenzio.

Resta da vedere ora quando saranno recuperate le partite della giornata numero ventisette. Con gli impegni europei in pieno svolgimento (il Milan sarà in campo l’8 e il 15 marzo con l’Arsenal in Europa League e in aprile l’eventuale turno successivo), e altre due giornate da disputare sino alla pausa per le Nazionali del 24 e 25, non sarà semplice trovare la casella giusta. Lo straccio di calcio giocato che abbiamo visto è stato quello di sabato, dove potrebbe esserci stato un importante scossone alla lotta scudetto, dopo la vittoria in extremis della Juventus e la contemporanea sconfitta del Napoli. Il Milan attendeva questo derby come prova di definitiva maturità e una ghiotta occasione di avvicinare la zona Champions League. Poi, al risveglio di una domenica mattina, nulla è stato più come prima. Di scendere in cortile a giocare, proprio non se ne parlava. Le nubi e il diluvio hanno spezzato il sorriso di un ragazzo per bene e la voglia di dare due calci a un pallone.

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