Cercasi cinismo sotto porta

Si crea, ma non si chiude. E si rischia. Il Milan visto a Bologna, al netto delle difficoltà della prima fase di gara, rispecchia un copione nota: occasioni da gol, ma poca concretezza al momento di mettere in ghiaccio il risultato. E’ stato così al Dall’Ara, pagando l’ultimo quarto d’ora della partita con l’ansia di non farsi raggiungere dalla squadra di Roberto Donadoni. I tre punti sono andati in cassaforte, certo, ma una maggiore incisività dell’attacco rossonero avrebbe indirizzato diversamente l’andamento dell’ultima fase del match.

Non è un caso, analizzando la classifica marcatori, che a segnare siano sempre di più i centrocampisti e non gli attaccanti. Patrick Cutrone, Nikola Kalinic e André Silva, insieme, arrivano a 14 reti messe a segno in campionato. Jesus Suso, Hakan Calhanoglu e Giacomo Bonaventura raggiungo o la quota di 17 centri. Se poi vogliamo aggiungere i quattro gol fin qui segnati da Frank Kessie, la differenza tra la mediana e l’attacco della squadra di Rino Gattuso è impressionante. A che serve comunque rimarcare il problema dell’attacco? A tre giornate dalla fine del campionato e con la finale di Coppa Italia da giocare, il tecnico milanista difficilmente cambierà il modulo. Però si dovrebbe lavorare sulla concretezza, anche a livello di testa, dove probabilmente le punte pagano una certa pressione (mediatica e non).

Dal 21 maggio in poi i ragionamenti si sposteranno sul mercato. A tal proposito Gattuso chiarirà le idee alla dirigenza, compatibilmente con le esigenze di un bilancio traballante. Calhanoglu potrebbe diventare, ad esempio, il trequartista ideale in un ipotetico 4-3-1-2. Ma serviranno due punte con un passo decisamente diverso rispetto ai vari Kalinic e Silva visti quest’anno. Per Cutrone, ovviamente, ci sarà una chance importante anche nella prossima stagione. Se affiancato da un bomber di razza, il giovane rossonero non potrà che crescere.

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