#iostoconMax

Tumultuoso, pretenzioso, soggetto a troppi – ed a volte inutili – cambiamenti. Il mondo nel calcio, negli ultimi anni, è fin troppo cambiato, vittima inconsapevole di preoccupante tendenza al risultato compulsiva che colpisce tutti, dai tifosi ai giornalisti, dagli addetti ai lavori ai vertici degli stessi club. Ed allora capita che Mirabelli Massimiliano, al termine comunque di una delle partite più vergognose della storia dell’A.C. Milan, si ritrovi a temere che il proprio incarico venga revocato, nonostante un lavoro di programmazione e scouting già in corso di svolgimento da settimane, se non mesi.

Le colpe ci sono

Chiariamo subito che il Direttore Sportivo arrivato in estate non sia – e non potrebbe essere altrimenti – esente da colpe per un’annata che, visti gli ingenti investimenti operati, doveva essere diversa. Una società che spende euro 250 milioni sul mercato, spicciolo più, spicciolo meno, ha la legittima pretesa di centrare almeno la qualificazione in Champions League. Una finale di Coppa Italia, nemmeno qualora si dovesse portare a casa il trofeo, ed un ottavo di finale di Europa League non possono essere un adeguato compenso per un campionato in cui, oggettivamente, non sarebbe tollerabile arrivare nuovamente dietro l’Atalanta. Nonostante un’immensa stima verso il sodalizio bergamasco.

Due errori

La rosa allestita in estate, fondamentalmente, ha una precisa idea tecnico-tattica, oltre che grandi margini di miglioramento. A tratti, infatti, il Milan è riuscito anche a divertire i propri tifosi, mettendo in pratica un’idea di gioco pimpante ed aggressiva. Il vero, grande, problema di questo collettivo è, però, il suo terminale offensivo. La scelta di non acquistare un top-player che valesse 60-70 milioni, scegliendo di prenderne invece due le cui valutazioni fossero complementari di tale cifra, non ha pagato. Del resto, Kalinic ed André Silva, senz’altro due buoni calciatori, con il portoghese che top-player potrebbe anche diventarlo in futuro, il confronto con gente come Dzeko, Higuain o Icardi non lo reggevano nemmeno ad agosto.

Tralasciando poi una personalissima perplessità sui 23 milioni pagati alla Lazio per Lucas Biglia, quando la Roma per la stessa cifra ha ceduto Leandro Paredes allo Zenit, l’altro problema di quest’annata del Diavolo è stata la scelta di confermare Vincenzo Montella. Ben lungi dall’etichettare l’Aereoplanino quale male assoluto in grado di distruggere il lavoro di un’intera squadra, l’ex Fiorentina era chiaramente, per limiti caratteriali, l’uomo meno adatto a prendere in carico il compito di compattare uno spogliatoio totalmente nuovo, nel quale s’apprestavano ad entrare tanti volti nuovi, giunti a Milano con valutazioni d’alto rango. Se a  questo, poi, aggiungiamo una preparazione atletica completamente cannata, i risultati di aprile sono la classica cartina al tornasole di speranze fin troppo fallaci.

Scagli la prima pietra

Fatta la doverosa critica, la parola passa all’arringa difensiva. Esonerare Mirabelli, oggi, sarebbe un errore madornale. Innanzitutto perchè va riconosciuto al DS il merito, condiviso col “fratello” Fassone, dei 60-70 milioni che il Milan riuscirà a scucire a chiunque si presenti alla porta per acquistare Gigio Donnarumma. In secondo luogo, poi, perchè, all’inizio di quello che si è prefisso di divenire ciclo vincente, una stagione negativa, almeno in parte, deve assolutamente esser considerata ammissibile. Basti pensare a quello che è successo a Giuseppe Marotta alla Juventus: primo anno, settimo posto. Il resto è storia. E magari, a questo punto, pensar d’arrivare settimi inizia poi a non far poi così tanto schifo…

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L’emissione del verdetto, dunque, non può che esser favorevole al proseguo del matrimonio fra il Milan ed il suo Direttore Sportivo. Vulcanico, a volte fin troppo grezzo, ma assolutamente competente. A cui va concessa un’altra chance. Chiarendo, ovviamente, che servirà raggiungere ben altri traguardi, al club di Via Aldo Rossi, nella stagione 2018/2019, rispetto a quelli che verranno consegnerati al termine della corrente annata sportiva.

twitter: teoocchiuto

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