Si parla di closing, società, Mirabelli…Interessa ancora il calcio, quello giocato?

Oggi Mirabelli, ieri il closing, i cinesi e il loro fallimento. Poi i prestiti per completare il rifinanziamento, incontri e comunicati ufficiali. Insomma, si parla sempre meno di calcio giocato. Impossibile non dedicare spazio e audience al nascere dell’era cinese, passaggio storico e fisso nella svolta moderna della storia del Milan. Poi Galliani e Berlusconi. Anche lì, giusta la buona uscita, altro pezzo di storia del mondo Milan. La sensazione è che con l’arrivo della componente cinese nella società, si sia perso un po’ il protagonista del nostro Milan, il calcio giocato. Da mesi ormai vi stiamo raccontando di aspetti economici e scadenze, fondamentali ci mancherebbe, sopratutto per le sorti e il futuro del Milan, ma comunque notizie lontane dal pallone e il rettangolo verde. Il tanto chiacchierato fallimento cinese ha attirato molto l’attenzione, così come l’iniziale ricerca di fondi che potessero colmare questa tragica svolta inaspettata. In questi giorni, probabilmente, è giunta la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mirabelli si è preso la scena, al momento designato come prossimo ad abbandonare la società rossonera. Al via le prime frecciatine, assai dannose e altrettanto inutili. Con il Milan, che giocando d’esperienza, evita di commentare questo aspetto extra calcistico, che sarà possibile valutare solo alla fine della stagione. Mirabelli, invece, ha cercato, giustamente o meno, di difendere il proprio operato alludendo ad altre circostanze ed evitando il mea culpa. Insomma, si parla tanto del contorno, e così la portata principale perde di sapore e significato. Raccontiamo di Mirabelli, ma del sesto posto? Della finale di Coppa Italia? Dei due scontri diretti finali? Della stagione che potrebbe concludersi in maniera disastrosa? Della concreta possibilità che il Milan rimanga escluso dalle coppe europee? Queste domande, per ora, rimangono lì, ad aspettare il momento giusto per entrare in scena. Forse bisognerebbe ridimensionare quelli che sono i fattori extra campo, senza chiaramente ometterli del tutto. D’altronde siamo appassionati di calcio, quello vissuto sul campo. Ci sono sempre state problematiche societarie, passaggi di proprietà, fallimenti di direttori sportivi e mercati onerosi nella storia del Milan. Ma mai come ora, si era dedicato tanto spazio.

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