Il Milan ha perso la fame. Senza grinta e cattiveria agonistica, con la Juventus diventa impossibile

Il Milan ha perso la fame. Già, è evidente – nonostante la vittoria, per certi versi anche convincente, di Bologna – che i rossoneri stiano attraversando un periodo piuttosto delicato dal punto di vista psico-fisico e la cura Gattuso – se così vogliamo chiamarla – pare abbia smesso di produrre i suoi effetti, com’era preventivabile. Dopo due mesi a mille, con la rincorsa Champions nella testa, i ragazzi da un lato hanno accusato il colpo dei primi passi falsi del 2018, dall’altro hanno effettivamente finito la benzina, evidenziando ora tutti quei limiti che la grinta e la sicurezza trasmessa dal nuovo tecnico rossonero avevano celato.

Nonostante la campagna acquisti faraonica della scorsa estate, è indubbio che la rosa del Diavolo non sia composta unicamente da top player, bensì da due o tre giocatori di primissimo livello affiancati da buoni gregari o comunque da giovinotti dalle grandissime prospettive ma non certo ancora campioni. Persa la voglia e la cattiveria agonistica – dunque – per ora il Milan è perso. Per di più i gioielli che fino ad ora avevano fatto davvero la differenza – Suso e Cutrone su tutti – stanno vivendo un periodo di particolare flessione e due pedine fondamentali come Biglia e Romagnoli sono out ormai da qualche giornata, senza conoscere l’effettiva data di recupero. Tutto questo desta una legittima preoccupazione in capo ai tifosi rossoneri, sia in chiave qualificazione in Europa League, ma soprattutto in ottica finale di Coppa Italia contro la Juventus.

La squadra di Allegri – che allo stesso modo stava attraversando un momento di scarsa brillantezza e di discontinuità mentale – dopo la vittoria raggiunta allo scadere contro l’Inter – coincisa tra l’altro con la sconfitta del Napoli a Firenze, che ha portato a quattro le lunghezze di distanza in classifica – arriverà alla sfida di Roma sulle ali dell’entusiasmo; e non solo: a differenza dei rossoneri, avendo dalla sua dei fenomeni capaci di risolvere le partite con delle giocate tanto estemporanee quanto decisive. Dunque il Diavolo – se vuole riuscire nell’impresa di battere i bianconeri, regalandosi l’unica vera soddisfazione di questa stagione, iniziata con altri propositi e relativi obiettivi – deve subito ritrovare serenità, ma soprattutto quella fame, disponibilità e spirito di sacrificio che Gattuso sta profondendo da novembre, da quando siede sulla panchina milanista.

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