Mou chiama Bonucci, ma la difesa non si tocca. Quello arretrato è il reparto da cui ripartire

Lo United vuole Bonucci. E non solo. Non è un segreto che l’ex centrale della Juventus – nonostante una stagione ad alti e bassi – piaccia tanto ai top club inglesi che, già negli scorsi anni avrebbero fatto carte false per portarlo in Premier. Ma il capitano non si tocca, né si deve muovere. Come abbiamo già sottolineato, la stagione del trentunenne difensore rossonero non è stata certo tra le sue più esaltanti, caratterizzata da amnesie difensive e cali di leadership. Ma nella seconda parte di stagione, sotto la guida di Gennaro Gattuso, la risalita è stata evidente e ne ha giovato tutto il reparto.

Chi ha giovato dell’esperienza del compagno di reparto – bene o male che sia andato – è stato sicuramente Alessio Romagnoli. L’ex sampdoriano, unico acquisto azzeccato della famosa campagna da 100 milioni targata Galliani nel 2015, probabilmente aiutato dalla luce dei riflettori puntata proprio su Leonardo Bonucci, ha disputato una stagione fenomenale, tanto da guadagnarsi di diritto il posto nell’attuale Nazionale azzurra proprio al fianco del capitano milanista.

La difesa dunque è a posto. Perché non solo Romagnoli e Bonucci, ma anche Zapata e Musacchio garantiscono sicurezza e affidabilità a mister Gattuso, il quale ha spesso sottolineato come il colombiano – se concentrato e messo nelle condizioni di esprimersi serenamente – sia probabilmente tra i centrali più completi del mondo. Senza dimenticare le bande. Consacrato tra i big anche Davide Calabria, da settembre si attende anche il ritorno di Andreino Conti, out tutto l’anno per il puri-infortunio al ginocchio, ma certamente prospetto di altissimo livello del calcio nostrano. Se poi aggiungiamo Rodriguez e Strinic, prossimo arruolato a parametro zero, la muraglia è fatta.

Impostazioni privacy