Sembrerebbe essere predestinato a guidare il futuro Milan in versione 3.0. Rocco Commisso, imprenditore italo-americano di origini calabresi (più precisamente di Marina Di Gioiosa, ndr), starebbe trattando con l’attuale patron rossonero, Yonghong Li, per l’acquisto delle quote di maggioranza del club di via Aldo Rossi per un cifra che si aggirerebbe intorno ai 500 milioni di euro. Andiamo, però, a scoprire tre curiosità sul miliardario statunitense migrante dal Bel Paese.
1. Durante i suoi primi anni negli States, Commisso lavorava per 40 ore a settimana nella pizzeria del padre nel Bronx, un quartiere di New York non del tutto adatto per la crescita “sana” di una persona (pensiero certamente opinabile), per pagarsi gli studi universitari in una delle università di economia più importanti della Grande Mela.
2. La fede calcistica è (o era) un’altra, non rossonera. Infatti, secondo quanto riportano alcuni suoi amici più stretti d’infanzia, il piccolo Commisso tifava per la Juventus. Non è, però, una stranezza che alcuni presidenti di calcio non tifino per la squadra che possiedono. Di fatto, qualche primavera fa si vociferava che Silvio Berlusconi (poi divenuto presidente del Diavolo) fosse interista.
3. Prima di diventare miliardario, Commisso ha fatto la cosiddetta “gavetta” per entrare nel mondo dei “grandi”. Infatti, l’imprenditore calabrese, che abita nel New Jersey o Garden State (così come lo chiamano gli abitanti d’oltreoceano), ha gestito numerose discoteche nella “Città che non dorme mai” che a loro volta hanno ospitato vari artisti di caratura internazionale del tempo (vedi Little Tony, Gianni Nazzaro ed I Cugini di Campagna).
Dunque, cosa c’è di meglio che avere un proprietario (mezzo) italiano che ha volontà e soldi da spendere per il proprio club? D’altronde lo stesso Commisso è coerente con se stesso e con il motto del suo Stato: “Liberty and prosperity (libertà e prosperità)”. Un vero esempio di vita, per tutti: dal nulla al tutto.