Emergere dal Fondo. Basta sussurri: Elliot adesso vuole il Milan

Do ut des è una frase latina dal significato letterale «io do affinché tu dia» e senso traslato «scambiamoci queste cose in maniera ben definita». In un certo senso si può parlare di un “contratto” che viene siglato con l’accettazione dell’offerta da parte del secondo attore, che si impegna pertanto a consegnare quanto pattuito. Nel diritto privato i contratti di scambio sono appunto indicati come do ut des, in contrapposizione ad esempio a quelli do ut facias in cui il pagamento è a fronte di un’opera.

Con questa doverosa premessa, apriamo l’editoriale domenicale di SpazioMilan. In uno dei giorni, obiettivamente, più scevri di reali notizie, in cui la rassegna Mundial, che vede gli italiani malinconicamente spettatori, prende la totalità delle attenzioni. Non c’è spazio nemmeno per il mercato, soprattutto in casa Milan. In cui, ansiosamente, si aspetta. Si aspetta di conoscere se la prossima stagione si potrà continuare a giocare in Europa – seppur quella minore – o se, incredibilmente, si dovrà patire anche l’onta di un’esclusione che sarebbe devastante. Ma, naturalmente, si aspetta di conoscere chi sarà il proprietario del club nel futuro.

Sorgono i dubbi

Dare per scontato che Yonghong Li continui a possedere il club anche nel prossimo futuro sarebbe alquanto superficiale. Certo, il broker cinese parrebbe aver notevolmente accelerato l’ingresso di un eventuale nuovo socio di minoranza. Ma, qualora tale scenario non si dovesse concretizzare, si aprirebbero orizzonti le cui previsioni appaiono abbastanza ardue. Nonostante la maturazione di una certezza ormai inequivocabile.

Dal Fondo

Ed è quella, senza far giri di parole, che vede il Fondo Elliot ormai letteralmente affamato di Milan. O forse – anche –  viceversa. In ogni caso, la società americana, conosciuta a queste latitudini grazie al prestito che consentì all’asiatico di prelevare la società di Silvio Berlusconi, ha praticamente rotto gli indugi sulle proprie velleità di prender in mano le chiavi di Casa Milan fin dalla presa di coscienza di due fattori.

Doppio perchè

Il primo, facile da individuare, è la difficoltà, mai fattivamente celata, di Li di rifinanziare l’enorme debito sottoscritto più di un anno fa. Il secondo, decisamente più indicativo, è il leggero malumore – eufemismo – scaturito dalle avvisaglie che l’imprenditore asiatico potesse affidarsi a forze fresche per rimpinguare il suo debito.

Segnale

Elliot, dunque, vuole il Milan. Nessuno lo dirà mai apertamente, anche per evitare sostanziosi incidenti diplomatici, ma la sensazione che Paul Singer e soci quasi si augurino il default del buon Yonghong Li è più che fondata. E, stranamente, non vuol assolutamente dire che ciò sia un male: se non altro, significa che il Milan, il brand rossonero e tutto quello che gravita intorno al club di Milano, puoi vantare ancora un appeal economico non indifferente. Smentendo, di fatto, tutti gli allarmisti.

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