Le motivazioni della sentenza Uefa: dubbi sulla proprietà e sui ricavi

E’ un problema di credibilità quello che ha portato l’Uefa a condannare il Milan all’esclusione dalle coppe europee per la prossima stagione. In particolare, i giudici hanno utilizzato più volte il termine “credibility” per spiegare il loro provvedimento.

Con oltre trenta pagine di motivazioni la Camera giudicante del massimo organismo del calcio europeo ha sottolineato dubbi sulla proprietà del Milan e sui business plan presentati dai dirigenti rossoneri, soprattutto sulla parte relativa ai ricavi provenienti dalla Cina.

Il Milan presenterà ricorso al Tas entro la prossima settimana, sperando che l’appello possa concludersi per motivi d’urgenza entro il 20 luglio. Nel 2016 i giudici di Losanna confermarono la stessa sanzione, inflitta sempre per sforamenti dei parametri del fair play finanziario del pareggio di bilancio, a Galatasaray e Karabukspor, anche se i due club turchi avevano violato il settlement agreement. I giudici, nella sentenza sul Milan, hanno rimarcato le “incertezze sul rifinanziamento del prestito” di Elliott da 303 milioni ottenuto da Li Yonghong per acquistare il club e sul rimborso delle obbligazioni da effettuare entro ottobre 2018″.

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