RASSEGNA STAMPA • Sentenza UEFA e aumento di capitale: due settimane decisive per la società rossonera. Kalinic conteso in Turchia

Dopo il CDA tenutosi ieri a Casa Milan, ora la testa della società rossonera, ma anche dei tifosi, è concentrata sui due appuntamenti fondamentali: quello del 19 giugno a Nyon, dove la UEFA deciderà se e quali sanzioni infliggere al Diavolo, e del 28 giugno, deadline fissata ieri in Consiglio, entro la quale Yonghong Li dovrà versare i restanti 32 milioni di euro per l’aumento di capitale. Al di là degli aspetti strettamente finanziari e societari, occhi puntati sul Mondiale: dopo i pochissimi minuti di André Silva ieri sera contro la Spagna, inizia difatti oggi il Mondiale dei milanisti, con Kalinic e Biglia impegnati con le rispettive Nazionali.

DUE SETTIMANE DEL DIAVOLO
Titola così stamane la Gazzetta dello Sport, che analizza la situazione societaria del Milan e ricorda gli impegni che attendono la dirigenza rossonera. Due settimane del Diavolo o due diavolo di settimane? Ieri nel CDA, oltre ad aver approvato il bilancio e il budget per la prossima stagione, il tema centrale del Consiglio è stato appunto quello del versamento dei restanti 32 milioni di euro nella casse milaniste: sarà Li a farlo o il nuovo socio? Non si sa, quello del partner di minoranza è stato un discorso di cui a Casa Milan non si è parlato; l’importante è che i soldi arrivino entro il 28 giugno, dopodiché sarebbe infranto uno dei paletti imposto da Elliott nel contratto e il fondo americano così sarebbe legittimato ad intervenire.

La delegazione rossonera a Nyon sarà arricchita dalla presenza del direttore finanziario Valentina Montanari, dall’avvocato Umberto Lago e da Roberto Capelli, che si è definito ottimista. Difficile che sia presente un rappresentante di Elliott. La speranza è quella di presentarsi di fronte alla Commissione con un agreement scritto da parte del socio destinato all’ingresso, di cui non si sa ancora l’identità. Probabile che la controfirma di questo avvenga dopo l’appuntamento di Nyon, ma prima dell’appello al TAS di Losanna, ricorso quasi certo dato che in UEFA la sentenza sembra ormai già compromessa.

KALINIC, A ISTANBUL LO VOGLIONO IN 3
Dopo la smentita della maxi offerta del Siviglia per l’attaccante rossonero Nikola Kalinic, sempre la rosea stamattina rivela dell’interesse per il croato da parte di tre squadre turche: Galatasaray, Fenerbahce e Besiktas. Per il momento però nessuna offerta concreta e, difatti, rimane remota per la società di via Aldo Rossi la possibilità di evitare la minusvalenza in caso di cessione del numero 7. L’unico investimento importante potrebbe arrivare dalla Cina, ma l’ex Fiorentina al momento non sarebbe intenzionato a lasciare Milano, a maggior ragione per affrontare nuove esperienze orientali.

A NYON CON LA PROPOSTA D’ACQUISTO
Anche il Corriere della Sera stamattina riferisce sull’ingresso di un nuovo socio nel Milan. Il problema in questo momento è rappresentato proprio dal patron Yonghong Li, il quale sta prendendo tempo ma col rischio di compromettere la sentenza UEFA: presentarsi a Nyon già con il nuovo socio significherebbe avere in mano una carta potenzialmente vincente per evitare l’esclusione dalle Coppe. Per questo motivo la soluzione ideale per veitare l’esclusione dalle competizioni europee sarebbe quella di presentare il 19 giugno una carta, una proposta d’acquisto a tutti gli effetti, con la quale il partner si impegnerebbe a versare il capitale entro il 30 giugno, a titolo di garanzia.

LI NON RISPETTA LE CLAUSOLE 
Anche Tuttosport questa mattina analizza il CDA svoltosi ieri a Casa Milan. Yonghong Li avrebbe rassicurato circa il versamento dei 32 milioni di aumento di capitale, ma non ha rispettato la prescrizione contenuta nella lettera inviata dallo scorsa Assemblea degli azionisti, che richiedeva di inviare “ai fini della validità della seconda tranche” la copia della ricevuta del versamento effettuato ai fini della sottoscrizione delle azioni entro le ore 17 della giornata di venerdì 15, ovvero ieri. Mister Li, sottolinea il quotidiano torinese, non ha fatto riferimento a questo (in)adempimento durante il Consiglio e contemporaneamente non risulta l’invio della documentazione entro metà pomeriggio.

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