Tra Commisso e Uefa c’è un mercato che riparte

Se l’attenzione delle ultime settimane è stata tutta rivolta a quello che sta succedendo dall’altra parte dell’Atlantico, con la trattativa tra Rocco Commisso e Yonghong Li, e in mezzo ai laghi svizzeri, con la sentenza Uefa e la preparazione del ricorso al Tas di Losanna, c’è il campo ad attendere comunque il Milan. Tra meno di dieci giorni, lunedì 9 luglio, Rino Gattuso radunerà la truppa per preparare la nuova stagione, pur tra mille incertezze. E c’è un Milan che guarda a quella scadenza e prova a muovere qualche pedina per garantire all’allenatore una rosa all’altezza delle aspettative minime, ovvero ripartire dal sesto posto conquistato lo scorso maggio.

In questa direzione c’è da registrare un po’ di dinamismo in entrata con l’ormai certo ingaggio di Halilovic, che è una scommessa potenzialmente trasformabile in colpaccio, vista la giovane età e la voglia di rilancio dopo un brutto infortunio. Non solo. Massimiliano Mirabelli ha bisogno di fare cassa e guarda a Gigio Donnarumma come l’elemento che potrà garantire liquidità e meno scompensi all’assetto tattico. Sul portiere c’è da registrare l’interesse del Chelsea, che può investire 60 milioni di euro per un nuovo estremo difensore. E poi c’è l’attacco da sistemare, con Nikola Kalinic sicuro partente (su di lui ci sono club tedeschi e spagnoli, ma occhio alla Fiorentina se dovesse lasciar partire Simeone) insieme ad almeno uno (o tutti e due) tra André Silva e Carlos Bacca.

In entrata fanno ben sperare i contatti tra Mirabelli e Alessandro Moggi, che hanno avuto modo di parlare della situazione di Ciro Immobile. Difficilmente la Lazio lascerà partire il suo bomber ad un prezzo di saldo. Ma è altrettanto vero che il Milan, assicurandosi l’ex granata, punterebbe su un attaccante di assoluta affidabilità, in grado, soprattutto, di garantire una stagione in doppia cifra. Insomma, tra mille incertezze, c’è qualche sussulto che guarda alla cosa che sta più a cuore ai tifosi: il campo. Il tempo stringe, visto che dal 9 luglio ci saranno poi “solo” quaranta giorni scarsi per chiudere le trattative.

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