Un anno dopo gli APACF Show, Leonardo sceglie il low profile sul mercato: strategia o necessità?

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

#LeoIsBackHome, ovvero Leo è tornato a casa. Dopo l’annuncio ufficiale di ieri, questo pomeriggio a Casa Milan Leonardo ha dato inizio alla sua terza avventura al Milan, ri-vestendo i panni del dirigente dopo che nove anni fa aveva smesso quelli da allenatore ed ancora prima quelli da calciatore, per un totale di quattordici stagioni col rossonero cucito addosso. E’ tornato tra tante polemiche, Leonardo, a cui una parte della tifoseria del Diavolo non ha perdonato quel “l’Inter è un sogno”, pronunciato sette anni fa quando Massimo Moratti lo chiamò per sedersi sulla panchina nerazzurra. Ma Elliott non ha avuto dubbi, nè si è fatto condizionare dai malumori della Curva Sud: secondo gli americani, Leonardo è l’uomo giusto per “rafforzare la competitività della squadra a livello mondiale e tornare stabilmente nell’elite del calcio europeo“.

Chi, come il sottoscritto, ha assistito in diretta alla conferenza stampa di questo pomeriggio avrà potuto notare, oltre al consueto garbo e al sorriso sempre stampato in faccia al brasiliano, il profilo palesemente basso tenuto da Leonardo sul tema mercato, senza dubbio l’argomento per il quale tutti, nell’ambiente rossonero, aspettavano con ansia le parole del nuovo responsabile dell’area tecnica. Parole che invece sono state all’insegna dell’assoluto equilibrio, in piena linea con quanto indicato da Elliott, che ha sempre parlato di un progetto graduale ed a medio-lungo termine, di fatto incompatibile con isterismi e frenesie varie, soprattutto su un terreno accidentato e pericoloso come quello del calciomercato. Emblematico, in tal senso, questo passaggio in risposta al presunto interesse per Higuain e Morata: “Siamo legati agli accordi con la UEFA e non credo che sarà possibile fare adesso il grande colpo che ci serve“. Lo stesso aplomb dimostrato nell’ammettere che è stato Bonucci a chiedere di lasciare il Milan per riabbracciare la Vecchia Signora.

Come preventivabile, terminata la conferenza, sui social il popolo rossonero si è diviso: a chi applaude la scelta di non creare inutili entusiasmi, si è contrapposto chi sente puzza di ridimensionamento del progetto e teme che Elliott sia interessato solo a sistemare i conti per rivedere meglio il club tra qualche anno. Chi scrive, tuttavia, ritiene abbastanza evidente l’intenzione di Leonardo: basta APACF Show, basta strombazzamenti vari ed auto-celebrazioni, che a conti fatti si sono rivelati un’arma a doppio taglio.

Il che non vuol dire che sul mercato non si farà di tutto per rinforzare la rosa di un Gattuso che oggi ha visto puntellare il suo scranno di Milanello (“Rino è stato il primo a essere confermato: è saldo sulla panchina, visto che è un uomo di Milan“). Insomma, se volessimo credere a quanto abbiamo ascoltato questo pomeriggio, non dovremmo aspettarci alcun colpo da novanta sul mercato: sarà davvero così o quella del brasiliano è solo una strategia per operare meglio sottotraccia? Francamente credo più alla seconda interpretazione, ed il fatto che Leonardo sia stato molto meno “spumeggiante” di quelli che sedevano al suo posto un anno fa, può essere visto come un segno positivo.

Twitter: @Juan__DAv

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