
“Tutta colpa del cinese”. “Si sapeva che era un bluff”. “Adesso senza i cinesi comincia una nuova era”. Fa ridere leggere giornali, social e ascoltare opinionisti prezzolati in tv. Fa piangere se confrontiamo i titoli di questi giorni e cambiamo la data mettendo 2018 al posto di 2017. Fa piangere perché dà l’idea e la dimensione di come sia facilmente orientabile e manovrabile la stampa di questo curioso Paese. Curioso perché si fanno le pulci a un onesto operaio che va a prelevare 1.000 euro per andare in vacanza, ma si chiudono gli occhi di fronte a bonifici da 100 milioni con provenienza ignota. E la stampa “libera”, invece di porsi il problema, fa di tutto per insabbiarlo e infiocchettarlo a beneficio dei tifosi. Del resto i tifosi sono gli stessi che contestavano duramente una proprietà in carne e ossa (o meglio aziende e soldi veri), ma non esitavano a idolatrarne una costituita da una società anonima lussemburghese. L’ideale per chi ha costruito questo teatrino, con tanto di pr social pagati per ottenere l’obiettivo prefissato. E raggiunto. Tutti gli obiettivi di chi ha ideato il maquillage sono stati raggiunti, ovviamente erano di carattere economico non certo di carattere sportivo. A loro non interessava che il Milan arrivasse primo, terzo o sesto.
Esattamente come non fregava niente alla proprietà degli ultimi anni berlusconici. Il “cinese” ha fatto quello che doveva fare, non ha colpe né responsabilità, lui era solo l’attore di una sceneggiatura scritta più volte e più volte adattata dopo vari tentativi di produzione cinematografica. Lui è stato una comparsa, non l’attore protagonista e come tale è stato pagato, tranquilli non ci ha perso un euro. Non è molto diverso dal caro vecchio
Così sono stati costretti a far cadere il sipario e a passare la “palla” (scegliete voi in quale senso intendere il sostantivo) a Elliott, guarda caso lo stesso fondo che pochi mesi fa aveva rastrellato le azioni Telecom per impedire la scalata di Vivendi. I cinesi sono così scomparsi definitivamente dal Cda. Lo stesso non si può dire invece per figure come quelle di Scaroni e Patuano, che già ne facevano parte e che ora avranno un ruolo ancora più preminente. Proprio come dicevamo la scorsa settimana si perpetua la mitica Casa Vianello con gli stessi personaggi che cambiano ruolo di puntata in puntata, ma il finale non cambia mai. Se poi dovessero tornare manager della vecchia proprietà come Leonardo o Gandini il cast del film sarebbe al completo. La consolazione è che ci libereremmo di Fassone e Mirabelli, proprio i “migliori acquisti della stagione”.
This post was last modified on 15 Luglio 2018 - 13:04