Macerie cinesi: Yonghong Li ha perso la partita. Due le note positive

È in procinto di cadere definitivamente la testa di Yonghong Li. A brevissimo, infatti, il broker cinese non sarà più il proprietario del 99,93% dell’Associazione Calcio Milan. Sulla follia del gioco d’azzardo a tinte rossonere non ci esprimiamo: sarebbe davvero troppo difficile. Assurdo, infatti, pensare che qualcuno possa anche solo rischiare – con un rischio poi materializzatosi – di buttare via quasi mezzo miliardo. Se, comunque, da un lato, questo risulta molto importante a livello finanziario, quel che interesserà i tifosi è il futuro della propria squadra del cuore. Per cui, anche oggi, nel primo appuntamento della stagione 2018/2019, è stato ampiamente mostrato l’Amore. Quello con la A maiuscola.

USA

Il club di Via Aldo Rossi adesso diventerà uno degli asset dell’Elliot Management Group. Uno scenario che, fondamentalmente, è sempre stato uno dei maggiormente quotati qualora Li fosse andato in default. Praticamente sempre negli ultimi 30-40 giorni, ad eccezione delle sporadiche finestre temporali in cui il Commisso o il Ricketts di turno sembravano ad un passo dall’acquisire i rossoneri. Che, quindi, diverranno a breve di proprietà del fondo americano. Almeno temporaneamente.

Riflessione

Più che uno sguardo verso il futuro, di vitale importanza, in questo editoriale ci si vuole concentrare su quanto fatto da Yonghong Li. Che, non lo si può non dire, ha fatto un enorme disastro. Non tanto per quanto riguarda la gestione del club, di cui principalmente si sono occupati Fassone e Mirabelli, quanto per la maturata esclusione dalle competizione europee. Una macchia indelebile per una compagine che in Europa ha sempre indossato la corona, spesso dominando incontrastata sugli altri club, diventando così grande nel mondo. La bocciatura, ancora ribaltabile al TAS, é l’emblema di un investitore che sperava di fare il colpo della vita e, invece, s’è ridotto a dare sì una bella botta, ma al Diavolo.

Note positive

Ma, come suggerisce l’incipit di questo articolo, alcune note positive esistono. Sebbene non tutti abbiano reso come avrebbero dovuto, non si può non riconoscere un upgrade all’interno della rosa rossonera. Quando arrivo Yonghong Li, il Milan poteva “vantare” in rosa elementi del calibro di Paletta, Vergara, Ely, Honda e Mati Fernandez. La successiva campagna acquisti, nonostante alcuni arrivi completamente cannati, ha – senza dubbio, nonostante il 6º posto finale seguente – innalzato la cifra tecnica. Questo, unitamente al possibile – e molto probabile – avvento di un nuovo proprietario per il club, potrebbero fondamentalmente rilanciare, in maniera globale, il Milan.

Non fare passi indietro

La speranza, dunque, è che, almeno a livello tecnico, non si disperda quel poco che di buono s’è fatto. A prescindere da chi s’insedierà a Casa Milan, che sia Elliot o Commisso o Ricketts, o chi per loro, questo club non può non tornare a risplendere. Non può che tornare a far gioire i propri tifosi. Nella speranza che, gli ultimi otto anni, fra la fine dell’era Berlusconi e la brevissima parentesi Li, possano essere dimenticati in fretta a suon di trionfi.

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