Qualcuno ha nostalgia delle “cose formali”?

Dalle “cose formali” è passato giusto un anno. Dodici mesi fatti di promesse, di grande aspettative, di bugie e di improbabili figuracce degne corse di un club dilettantistico. Ora è cambiato tutto. Non si può sapere se il Milan finirà la prossima stagione in posizioni di classifica più nobili, ma certamente si ha qualche certezza in più. Quel che francamente stupisce, però, è la reazione di qualche tifoso, che dopo appena un mese sull’orlo del baratro storce il naso di fronte agli ultimi acquisti dell’accoppiata Leonardo-Maldini.

Il vero colpo dell’estate del Milan è stato l’aver ribaltato al Tas di Losanna l’esclusione decisa dall’Uefa dalla prossima Europa League. Certo, il prezzo da pagare per quella sentenza benevola è dover oggi rispettare rigidi paletti sul mercato. Ma dopo quel verdetto è arrivato il doppio colpo Higuain-Caldara, con il trasferimento di Bonucci alla Juventus e un risparmio considerevole sul monte ingaggi. E poi l’aver sfoltito con le cessioni degli attaccanti più insipidi della storia rossonera. E ancora: il trasferimento degli “scontenti” come Locatelli rientra appieno nella filosofia di Rino Gattuso che per il nuovo Milan non può che volere gente motivata in rosa.

Eppure qualcuno sui social ha mugugnato per gli innesti di Bakayoko, un centrocampista pagato un anno fa 40 milioni di euro dal Chelsea di Conte per strapparlo al Monaco, e di Castellijo, altro promettente elemento proveniente dalla Spagna. Ma davvero qualcuno è nostalgico delle roboanti “cose formali”? C’è chi rimpiange dirigenti defenestrati dopo cinque minuti di Consiglio d’Amministrazione del nuovo corso? Sono quesiti ai quali sarebbe curioso davvero rispondere dopo la serata di venerdì prossimo. A mercato definitivamente chiuso.

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