
L’inchiesta della Procura di Milano su Mr Yonghong Li, indagato per false comunicazioni sociali nel suo ruolo di azionista del Milan, starebbe puntando, secondo indiscrezioni, sulla direttrice Macao-Hong Kong, cioè le due regioni amministrative autonome della Cina: da una parte l’ex-colonia portoghese, diventata la Las Vegas d’Oriente per la presenza di decine di casinò, e dall’altra l’ex-colonia britannica, vero crocevia finanziario in Asia.
Yonghong Li, classe 1969, è nato a Maoming nel Guangdong, regione confinante proprio con Macao. I riflettori della Procura sarebbero sui flussi di denaro tramite i quali sarebbe stata pagata la Fininvest, al momento dell’acquisizione del club, ma anche sui flussi successivi per gli aumenti di capitale necessari per la squadra.
L’uomo d’affari cinese è stato infatti colpito da una sentenza di fallimento in Cina della sua holding Jie Ande, che era tra le garanzie indicate a Fininvest al momento dell’acquisizione del Milan. L’istanza di fallimento era stata presentata da alcuni creditori come la Jiangsu Bank. C’è da dire che, in questo caso, i problemi finanziari della holding di Mr Li risalirebbero addirittura al luglio del 2016, quindi ben prima del closing per l’acquisto del Milan, avvenuto il 14 aprile del 2017.
Così mentre Mr Li è impegnato ad avviare un contenzioso con Elliott per cercare di recuperare una piccola parte dei soldi persi sul Milan (attorno ai 400 milioni) le indagini in corso della Procura potrebbero anche far luce sulla correttezza (o meno) della provenienza dei capitali. Almeno per il momento l’ipotesi di reato è solo quella di false comunicazioni sociali e non il riciclaggio.
Fonte: Sole24Ore
This post was last modified on 1 Agosto 2018 - 12:15