Contano i punti o il gioco?

Le cosiddette “false partenze“, che da ormai otto anni sembrano una costante nell’ambiente rossonero, fanno immancabilmente fioccare i paragoni tra una gestione tecnica e l’altro. Ecco, dunque, venir fuori il confronto tra l’avvio della scorsa stagione, con Vincenzo Montella in panchina, e in quella appena partita, gestita fin dall’inizio da Rino Gattuso. Il saldo è a favore dell’ex allenatore campano che dopo quattro partite aveva raccolto nove punti, quattro in più di quelli conteggiati fino ad oggi. Certo, le aspettative erano più alte e probabilmente l’ambiente si era caricato oltremodo. E’ impossibile, dunque, mettere sul banco degli imputati qualcuno dopo appena 360′ minuti, ma qualche riflessione è già emersa.

La prima riguarda lo scarso impiego dei nuovi acquisti, ad eccezione ovviamente di Gonzalo Higuain, già prolifico negli ultimi due turni. E’ evidente che Gattuso stia provando a dosare al meglio le forze fresche, così come si è a lungo dibattuto anche qui sui cambi, che tanto avevano fatto svoltare la gara vinta con la Roma quanto hanno complicato quella di domenica scorsa contro l’Atalanta. Di certo il gioco espresso fin qui dal Milan è più convincente di quello visto un anno fa a quest’epoca. La manovra è più fluida e comunque è certamente frutto di un’idea tattica che dodici mesi fa sembrava inesorabilmente mancare.

E’ tempo di rodaggio, insomma. Ma le parole di Leonardo, prima, e Paolo Maldini, dopo, lasciano intendere che ora ci vogliono risultati. In particolare, la terna di gare che attende la formazione rossonera (Empoli, Sassuolo e Chievo) sono più che alla portata per provare a risalire la classifica. Senza dimenticare che comunque, rispetto alle concorrenti, il Milan ha una gara in meno da recuperare a fine ottobre contro il Genoa. Calmi.

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