Eleganza, velocità e gol. Auguri a Ruud Gullit: il “Tulipano Nero” compie 56 anni

Potremmo ricordarlo con il Pallone d’Oro 1987 in mezzo campo del Mezza, mentre ringrazia i suoi tifosi festanti accorsi per vedere lui e quel Milan straordinario che a fine anni ’80 insegnava calcio in Europa e nel mondo. Proprio oggi uno dei giocatori più belli della storia rossonera, Ruud Gullit, compie 56 anni. Indimenticabile ed elegante. Veloce e dalla tecnica sopraffina. Quando correva i campo, i suoi dreadlocks lunghi danzavano nel vento. Lo storico giornalista della “Gazza”, Gianni Brera, lo battezzò nei suoi articoli come “Tulipano Nero”.

Gullit componeva un trio straordinario che ancora oggi viene definito tra i più forti della storia del calcio internazionale. Non era sicuramente bello essere un difensore o un portiere rivali in quegli anni, perché non era facile affrontare lui, Frank Rijkaard e il “Cigno” di Utrecht Marco Van Basten. Un trio imprevedibile, che sapeva colpire al momento giusto e chiudere le partite, tutto di marca olandese. Provate a ricordare quel 19 aprile 1989. Ritorno delle semifinali di Champions. A San Siro il Milan ospita il Real Madrid di Butragueño e Schuster, allenato da Beenhakker. L’andata a Madrid era finita 1-1 con uno straordinario gol di testa, in torsione, di Van Basten.

Ebbene, in quella partita non ci fu storia: Ancelotti e Donadoni aprirono e chiusero le marcature, in mezzo fu il “Trio Olandese” a colpire: prima con Rijkaard, poi Gullit e infine il numero 9 rossonero. Quella partita finì 5-0 e il Milan, poco più di un mese dopo, non ebbe pietà neanche della povera Steaua Bucarest (4-0). E chi segnò quella sera? Doppiette per Gullit e Van Basten. Ma per Rijkaard ci fu consolazione l’anno dopo con il gol decisivo nella finale di Vienna contro il Benfica. Per il Milan fu bis in Champions, record superato solo in questi anni dal Real Madrid di Zidane. Alla fine della sua esperienza rossonera il bottino fu ricco: tre campionati e lo stesso numero di Supercoppe italiane, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Uefa e due Coppe Intercontinentali.

Tra Olanda e Italia, poi l’Inghilterra

Nato nel cuore di Amsterdam il primo settembre del 1962, cresce nel Meer Boys e nel Dws. Poi l’esordio tra i professionisti con l’Haarlem nella stagione 1979-80 dove segna tre gol in 91 presenze. A seguire, tra l’82 e l’85, l’esperienza con il Feyenoord dove segna 30 gol in 85 partite di Eredivisie, conquistando una Coppa d’Olanda nel 1984. Arrivato al PSV Eindhoven l’anno successivo, segna ancor di più: 48 gol in 68 incontri di campionato, vincendo due scudetti ed entrando in Nazionale.

A innamorarsi di lui sono Nils Liedholm e Silvio Berlusconi, che fanno di tutto per prenderlo e superano la concorrenza juventina di Giampiero Boniperti, che già lo stava corteggiando da mesi. Poi gli anni d’oro al Milan tra il 1987 e il 1993. Nell’ultima stagione i rapporti si fanno tesi con Berlusconi e anche con Capello, ancora di più dopo la sconfitta nella finale di Champions contro il Marsiglia. Così l’approdo alla Sampdoria e la sua miglior stagione nella Serie A italiana (1993-94): 31 partite e 15 gol, tra cui uno anche al Milan, e una Coppa Italia vinta. Poi la nuova corte rossonera e il ritorno a Milano che però dura poco (otto partite e tre gol). A novembre è di nuovo a Genova, pronto a esultare con la Samp. Infine, a 32 anni, l’arrivo al Chelsea dove assumerà anche la carica di allenatore-giocatore della squadra. Quattro stagioni dopo, il ritiro dal calcio giocato. Una carriera straordinaria e ricca di successi. Auguri Ruud, te li sei meritati.

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