PUNTO TATTICO • Non c’è ancora un gioco: il Milan si affida sempre agli esterni

Il Milan 2.0 andato in scena ieri sera a Lussemburgo contro il Dudelange ha steccato, nonostante abbia trovato il successo di misura grazie ad un lampo di Higuian. Gattuso, mantenendo il solito assetto tattico, ovvero il 4-3-3, si è affidato ad un abbondante turnover.

POCHE IDEE CON LA CATENA DI DESTRA BLOCCATA – Il Milan visto nel primo tempo è stato uno dei peggiori: la squadra per lunghi tratti è sembrata bloccata e svogliata. A tal proposito, ancora una volta, colpisce la difficoltà dei rossoneri a focalizzare la manovra per vie centrali, anche per la troppa lentezza degli interpreti. Ma non solo, la catena di destra, formata da Abate, Bertolacci e Borini non crea praticamente nulla. Il copione è sempre lo stesso con l’azione che parte dai piedi di Caldara e Romagnoli che muovono la palla a sinistra, dove Laxalt e Castillejo offrono molti più spunti rispetto ai colleghi della fascia opposta.

LAXALT E CASTILLEJO DECISIVI – Il secondo tempo parte diverso con Gonzalo Higuain che dopo pochi minuti ha già la palla del vantaggio. Il gol sbagliato dall’argentino è solo il preludio verso il vantaggio che arriverà pochi minuti dopo quando José Mauri metterà Castillejo nelle condizioni di servire un assist perfetto per il Pipita. Un’azione frutto di un lavoro di corsa, tempi e qualità da parte della catena di sinistra. Quest’ultima si rende pericolosa anche dopo, sempre con Castillejo. In conclusione ci vorrà del tempo a Gattuso per trovare un gioco di qualità. Il suo Milan, per ora, non convince.

Impostazioni privacy