Maldini: “Senso di appartenenza, capacità d’ascolto e conoscenza calcistica: Gattuso ha la nostra totale fiducia”

E’ stato l’ospite d’onore della terza giornata del Festival dello Sport di Trento e, parlando dal palco, Paolo Maldini ha rilasciato queste dichiarazioni:

– Sul suo approccio al Milan:Quando arrivai al Milan mi chiesero che ruolo facessi, io non avevo ruolo perché venivo dall’oratorio. C’era libero il ruolo di ala destra e quindi cominciai lì e mi fecero firmare il primo contratto: quello è stato il primo approccio alla maglia rossonera. Quando giocai ad Udine pensavo di non essere all’altezza di giocare in A, realizzai cosa avevo fatto solo in pullman dopo la partita. Ci voleva un po’ di incoscienza anche da parte dell’allenatore per farmi debuttare in A a sedici anni“.

– Sui suoi allenatori:Sacchi era ambizioso, aveva tante idee rivoluzionarie, ma era così maniacale che lui stesso è rimasto prigioniero di questa cosa ed è probabilmente ciò che gli ha impedito di allenare più a lungo. Era incredibilmente pressante, ho ancora gli incubi (ride, ndr). Tante sue idee sono ancora moderne, ma poi chiaramente c’è stata un’evoluzione nel calcio. Capello era una manager ma è stato anche un grande allenatore: a Barcellona credo sia stata la prima finale dove il Milan partiva sfavorito, anche perché sette giorni prima avevamo perso 2-0 con la Fiorentina, però Capello ci caricò dicendoci che eravamo fortissimi. Liedholm mi ha insegnato veramente a giocare a calcio, già nell’84 giocavamo con una difesa a zona. Quello con Ancelotti è stato un periodo bellissimo, era un ex compagno ed è diventato un amico, sapeva gestire favolosamente il gruppo. In quel periodo sono riuscito a regalarmi tutte le emozioni che il calcio sa dare“.

Su Gattuso:E’ più allenatore più da Coppa o da Campionato? Vediamo quest’anno. Lui ha un grande senso di appartenenza al Milan, che è quello che io e Leonardo abbiamo cercato di trasmettere da quando siamo arrivati. La sua immagine sta cambiando, perchè prima si parlava solo della sua grinta, mentre adesso ha fatto un salto enorme dal punto di vista tecnico-tattico ed è per questo che ha la nostra totale fiducia. Ha conoscenza calcistica e sa ascoltare, il che è un caratteristica essenziale nei rapporti coi calciatori e con la società“.

Su Berlusconi:Era un visionario, quando arrivò ci disse che saremmo diventati la squadra più forte del Mondo e a noi veniva da sorridere, ma aveva idee impensabili per quel tempo

– Sui tre avversari più forti affrontati:Maradona, Ronaldo dell’Inter e poi direi Totti. Tra Messi e Ronaldo preferisco il primo, senza nulla togliere a Cristiano. Leo è qualcosa di unico, è l’essenza del calcio”.

Com’è arrivato il contatto per tornare al Milan? “Io ero in vacanza. Ho ricevuto la chiamata di Leonardo e mi ha detto che lo avevano contattato per il suo ruolo attuale. Mi ha proposto di tornare al Milan e abbiamo trovato l’accordo in due giorni”.

Cosa significa Direttore sviluppo strategico area sport Milan?: “Io e Leo ci dividiamo l’area sportiva. Ed è tantissimo: non si tratta di gestire solo la squadra, giocatori, allenatori, acquisti e cessioni. Significa anche dare una certa linea, un senso di appartenenza al Milan”. 

Sulla sua routine: “Le mie giornate? Vado in ufficio a Casa Milan al mattino, lo condivido con Leonardo. Sono arrivato nel momento peggiore che era quello del mercato estivo e sono stato subito travolto da molto lavoro che non ha nulla a che vedere con il calcio giocato. Poi è cominciato il campionato e abbiamo avuto più tempo per respirare e riposarci”.

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