Milan, hai fatto un buon mercato? Il giudizio su ognuno dei nuovi acquisti dopo il primo blocco

Quello del nuovo Milan è stato un avvio difficile, ma tutto sommato sufficiente. Vincendo il match da recuperare contro il Genoa, del resto, i rossoneri sarebbero virtualmente quarti. E l’obiettivo sarebbe centrato. Questo dicono i numeri. Il campo, invece, dice di un Milan che gioca un calcio molto bello e spesso molto pratico. Ma soprattutto che l’impatto dei nuovi arrivati, eccezion fatta per Higuain, non è stato decisamente esaltante. Analizziamo quindi, giocatore per giocatore, i primi mesi dei nuovi acquisiti.

REINA 

Lo spangolo ha giocato 180′ minuti ufficiali, eppure è una delle note più positive del mercato rossonero. Perchè sta facendo tutto ciò che da uno come lui ci si aspettava. Anzittutto parare, anche se è sempre stato sottoposto a impegni piuttosto leggeri. Il punto è un altro. In spogliatoio è il fratello maggiore di tutti, un secondo mister a tutti gli effetti. Lo si percepisce da fuori, figuriamoci da dentro. E, in questo senso, il gruppo non può che beneficiarne. A livello tecnico, poi, una mano a Gigio gliela sta sicuramente dando: i miglioramenti del 99 con i piedi c’entrano evidentemente qualcosa.

STRINIC

Non valutabile, purtroppo. Speriamo di rivederlo in campo, anche se ad oggi ha cose più importanti cui pensare.

HALILOVIC

E’ il punto interrogativo più grande di questo avvio. Tre mesi fra panchina e tribuna. Briciole di partita contro il Dudelange, prima ed ultima volta in rossonero. Il motivo non lo sappiamo. Posto che a livello tecnico pare piuttosto dotato, i problemi devono essere altri: fisici, tattici e mentali. Gattuso ci sta lavorando, ma è chiaro che non lo ritenga ancora pronto. Visti i numeri è addirittura non impossibile una cessione già a gennaio.

HIGUAIN

Che dire. La media gol è spaventosa, la qualità delle prestazioni anche. Ciò che impressiona è la capacità di abbinare proprio i due aspetti: gol e prestazioni, sempre abbondantemente sufficienti. La parola chiave è una: personalità.

CALDARA

Altro oggetto misterioso. Prima non giocava per problemi tattici. Ora per problemi fisici. L’impressione è che l’avventura non potesse partire peggio. Aggiungiamoci anche che Musacchio sta sbagliando pochissimo e in questo momento rinunciare a lui sarebbe difficile. Qualcosa però dovra necessariamente succedere, perchè 40 milioni sono troppi per farlo cadere già nel dimenticatoio. Il ragazzo ha un potenziale enorme, lo dicono tutti. Bisogna lavorare sulla personalità. E non metterci troppo, possibilmente.

BAKAYOKO

Qui il tema non è tanto la personalità. Il probelma vero è a livello tecnico-tattico. Il francese sbaglia troppo e dà l’impressione di non aver ancora perfettamente recepito dove debba stare nel campo. Certamente incide il modulo, il 4-3-3. Per uno che ha fatto grandi cose soprattutto in sistemi con centrocampo a 4 è difficile imparare in fretta. Però forse ci sta mettendo troppo. Forse è fatto per un altro tipo di calcio, meno tattico rispetto al nostro.

LAXALT 

Nota complessivamente positiva. Non è stato preso per fare il titolare, anche se il Rodriguez 2017/18 non era stato esilarante. Oggi lo svizzero ha una marcia in più dal punto di vista dell’esperienza e della qualità. L’ex Genoa è più svelto e duttilissimo. Gattuso lo ha scelto per cambiare le partite con i suoi strappi. E in questo momento la scelta pare azzeccata.

CASTILLEJO

Sufficiente, non c’è dubbio. Esterno o al centro. E’ parecchio discontinuo a livello di qualità di prestazione, cosa è inevitabile per un non titolare. Va detto però che la percentuale di match sbagliati è nettamente inferiore a quella di match positivi. Non è un vice Suso, ma è un vice Calha. Semplicemente perchè questo Milan non può rinunciare allo spagnolo. Da capire dove può rendere meglio: destra, sinistra o in mezzo?

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