Nel fiume di parole di Mirabelli ancora “mezze verità”

Ieri sera abbiamo scoperto che il direttore sportivo del Milan cinese agiva e spendeva senza sapere in quale stato versassero le casse del club. Massimiliano Mirabelli, uscito per la prima volta alla scoperto dopo il suo esonero deciso dalla nuova proprietà rossonera, ha rimandato tutto (o quasi) a Marco Fassone per parlare della gestione finanziaria del club: “La proprietà era qualcosa di superiore a quello che facevo io al Milan. Prima di fare qualsiasi passo al Milan ci volevano le garanzie giusta, prima di spendere denaro. C’era un amministratore delegato che aveva i rapporti con la proprietà“. Resta da capire la questione dei fondi da spendere, visto che i conti presentati venerdì scorso parlano di 126 milioni di buco ereditato da Elliott.

Ad ogni modo, Mirabelli non ha nascosto le difficoltà di rapporti con una proprietà praticamente “fantasma”, pur continuando, nel difendere il suo operato, a negare evidenze ormai palesi a tutti. Come quella sull’Uefa: “Sono problemi commessi prima della nostra gestione“, ha detto ancora ieri sera l’ex direttore. Allora perché il Tas ha riammesso il Milan in Europa League una volta che Elliott si è palesato per garantire su tutto? La verità è che l’Uefa escluse la società dalle competizioni proprio perché non vi era alcuna garanzia di solidità economico-finanziaria. Certo, la procedura fu aperta per lo sforamento dei parametri del fair play finanziario negli anni precedenti, ma la massima sanzione non venne decisa per quei motivi. Chi continua ad affermare il contrario, lo fa probabilmente per difendere legittimamente il proprio operato che non è nemmeno oggetto di discussione. Mirabelli non era e non è Yonghong Li. Mirabelli non ha messo un euro di tasca propria e non doveva garantire alcunché.

Infine, una nota sul caso dei Donnarumma. L’ex manager ha affermato chiaramente di aver sbagliato a riunire i fratelli Gigio e Antonio in quello che fu un regalo a Mino Raiola: “Una roba da libro cuore”. Ma l’operazione di rinnovo del portiere titolare è ancora oggetto di discussione: valeva la pena mettere sotto contratto tutti i portieri che oggi il Milan ha in rosa?

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