PUNTO TATTICO • Cambiando gli interpreti, il risultato resta deludente: il 4-3-3 non funziona

Aria d’Europa ieri a San Siro dove il Milan dal doppio volto ha sconfitto nella seconda gara del girone l’Olympiacos. Il “Milan Double Face” è figlia di due diversi modulo: il 4-3-3, utilizzato nel primo tempo da Gattuso con il tridente Suso, Higuian e Castillejo; e il 4-4-2 che ha dato il via alla rimonta nel secondo tempo.

ESTERNI BLOCCATI, IL 4-3-3 NON FUNZIONA – Houston abbiamo un problema, il solito modulo di gioco, cambiando gli interpreti, non funziona. La difesa sbaglia, e forse non è una novità; il centrocampo senza Kessié appare troppo molle e assente; l’attacco non incide con Castillejo che, a differenza di Reggio Emilia, gioca una gara assenteistica.

IL 4-4-2 ESALTA IL MILAN – Con l’ingresso di Cutrone e Calhanoglu, al posto di Castillejo e Bonaventura i rossoneri nel secondo tempo passano alle due punte. Il cambio di modulo da subito i suoi frutti con il pareggio dell’ex Primavera su cross di Rodriguez. Il nuovo modulo dona più esplosività sulle fasce, dove si esalta anche Calhanoglu (autore di due assist). I due attaccanti tengono la difesa avversaria più alta e creano più spazi per le giocate centrali: fattore che il Milan sfrutta per il 2 a 1 di Higuain che riceve, proprio da posizione centrale, da Calhanoglu. Un modulo sicuramente da rivedere in occasioni più importanti.

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