Rino non si tocca. I motivi per continuare con Gattuso

“Gattuso non è l’allenatore giusto per questo Milan”. Probabilmente è vero. Perché – è sotto gli occhi di tutti – Rino è un allenatore di ottima prospettiva, ma ancora molto acerbo, che soprattutto in corso di gara commette ingenuità e fatica a leggere le situazioni. E il Milan – nello stesso momento – è una squadra altrettanto giovane che – eccezion fatta per Biglia e Higuain – è composta per lo più da ragazzotti o da giocatori un pelo più chilometrati ma che a conti fatti non hanno mai calcato palcoscenici importanti e maturato esperienze internazionali di un certo livello. Come Bonaventura e Rodriguez, per fare due rapidi esempi. Questa squadra – è appurato – avrebbe bisogno di un allenatore fatto e finito, che possa infondere esperienza e maturità per gestire un gruppo imberbe e ottenere risultati anche in condizioni di pressione.

Mirabelli invece un anno fa ha scelto Gennaro Gattuso, che in ogni caso – nonostante la premessa iniziale di cui sopra – così male non ha fatto (44 punti in 24 partite di campionato). Ma al di là dei meriti sportivi, ci sono motivazioni più profonde che ci spingono a sperare – innanzitutto – e a spiegare perché scegliere di interrompere l’esperienza di Gennarino sulla panchina rossonera potrebbe essere un errore madornale. Almeno in questo momento.

SECONDA CHANCE
Gattuso è un cuore rossonero, quindi merita rispetto e un trattamento particolare. Ma non è solo questo, non parliamo solo di gratitudine per i successi del passato. Qualsiasi allenatore ha bisogno di tempo per lavorare e questa è da considerarsi di fatti la prima stagione dell’ex numero 8 milanista. La prima in cui ha potuto preparare la squadra in estate, assettarla e sperimentare in campo. L’anno scorso non c’è stato tempo e – soprattutto – modo, perché il Diavolo aveva bisogno di fare punti – urgentemente – e non poteva permettersi di fare prove a tentoni. Non è un caso infatti che il Milan da maggio ad agosto ha cambiato completamente modo di giocare e ha preferito il palleggio e l’estetica – eccezion fatta per le ultime due gare – alla cattiveria e alla concretezza. Gattuso si trova per la prima volta in un periodo di crisi vera e propria ed è giusto – come succede per tutti gli allenatori – concedergli un’opportunità per provare ad uscirne con le sue mani.

ALTERNATIVE INCONSISTENTI 
Conte è il sogno, si sa. Ma l’ex CT azzurro – è risaputo – non ha mai accettato incarichi a stagione in corso. Potrebbe fare un’eccezione per il Real Madrid, che con tutto il rispetto per il club rossonero, è proprio un’altra cosa. Dunque sperare nell’arrivo di Antonio – l’unico sulla piazza che possa far fare il salto di qualità – è utopistico. Chi rimane? Donadoni. Si è parlato anche di Wenger e Ranieri, addirittura di un eclatante e suggestivo ritorno in panchina da parte di Leonardo. Tutte ipotesi affascinanti e da titolo (tragicomico, se ci permettete) sul giornale, ma effettivamente inconsistenti. Nessuno tra questi nomi, o meglio, tra questi allenatori farebbe svoltare la stagione del Milan, né sarebbe idoneo per fondare un progetto futuro e lungimirante. Ergo, meglio lasciar perdere.

I PRECEDENTI
Non sarebbe la prima volta. Dopo i lungi cicli che hanno caratterizzato l’era Berlusconi – Sacchi, Capello, Ancelotti – spesso negli ultimi anni ci siamo trovati davanti a un passaggio di testimone in panchina nel corso della stagione. Allegri-Seedorf, Mihajlovic-Brocchi e – appunto l’ultimo – Montella-Gattuso. Escludendo l’ultimo, che come ricordato prima ha portato solo benefici, anche se oggettivamente l’obiettivo preposto – la qualificazione in Champions – non è stata centrato, per quanto a tratti intravisto. L’avvicendamento dunque non porta – o forse, non fa – bene al Milan. Potrebbe dare una boccata d’aria nuova eventualmente, ma non certo risolvere i problemi. I precedenti dunque ci portano a dire una sola cosa: “andiamo avanti, andiamo avanti con Rino”.

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