“Sono io il responsabile se non si vince”. Umile e grintoso, Gattuso riabbraccia il vero Milan

Ci voleva. Una vittoria, magari con quattro reti. È un bel Milan quello visto ieri sera al Mapei Stadium. Gattuso e i rossoneri hanno convinto e scacciato la paura. Un match non semplice, considerando l’ottimo avvio del Sassuolo, a quota 13 punti in classifica. Un avversario temibile, da affrontare senza Higuain. I presupposti per il disastro calcistico non mancano. E invece. Gattuso, con grande umiltà ha raccolto le forze dei suoi ragazzi, unite alla perfezione, caricato ognuno delle giuste responsabilità. Ed eccola, la vittoria più salutare delle prime apparizioni della stagione. Non è poco dover rinunciare a Higuain e Cutrone. Sopratutto se i due risultano gli unici centravanti di ruolo. Ma Gattuso sa come fare. Niente paura, vietato mostrarsi preoccupato. Anche davanti alla stampa, in conferenza, ha ammesso il problema, senza scomporsi o mostrare ansie. “Ce la caveremo” ha ammesso. La formazione ufficiale vede Castillejo falso nueve, fuori ruolo, alla sua prima da titolare in rossonero. Il mister non ha paura, sa di poter contare su una squadra affidabile e grintosa. Ebbene sì, il mister non ha sbagliato. Lo spagnolo ha riscontrato qualche (inevitabile) difficoltà nel nuovo ruolo, tanto che il mister ha dovuto ridisegnare l’attacco a partita in corso. Ma poco male, Castillejo ha segnato la sua prima rete in rossonero, una rete splendida, simbolo della rinascita rossonera. Un Milan bello da vedere, sempre attento e mai banale. Suso si conferma la colonna portante dei rossoneri e la fonte di fantasia per Gattuso. Una settimana non semplice, dopo il terzo pareggio di fila ottenuto contro l’Empoli. Ma niente paura, Gattuso ha la chiave per il successo. Portatore sano di umiltà, di sacrificio, gran lavoratore con il DNA rossonero. Forse non è un Milan al 100%, ma Gattuso deve ripartire dalla convinzione e dalla bellezza di questo Milan. “Sono io il responsabile se non vince”, aveva ammesso nel post partita di Empoli-Milan. Gattuso, ora, guarda il suo Milan e sorride.

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