Un posto in fascia, due in panca: 4-4-2 e gerarchie, ecco chi rischia il taglio col nuovo modulo

La svolta, forse, è arrivata. Nel 3-2 con cui il Milan ha superato la Sampdoria c’è tanto cuore, tanta grinta ma anche, e forse soprattutto, un’importantissima novità tattica. Vuoi per necessità – il ko di Bonaventura alla vigilia, la condizione deficitaria di Calhanoglu – o per virtù – il momento straordinario di Patrick Cutrone – contro i soriani Gattuso ha abbandonato il 4-3-3, scegliendo di sfruttare la doppia punta. Una mossa che ha pagato, sia a livello individuale (sia il 9 che il 63 sono andati in gol, senza contare anche Suso), sia soprattutto a livello collettivo.

Riproposizione

Da capire, dunque, quando e se, eventualmente, tale variante verrà riproposta. Già con il Genoa, infatti, le chance sono abbastanza alte e la sfida contro l’altra compagine ligure potrebbe fungere da cartina al tornasole per testare l’effettiva bontà dell’esperimento comunque riuscito con il Doria. L’impressione, a quel punto, è che se il 4-4-2 funzionasse di nuovo – regalando magari altri tre punti che potrebbero proiettare i rossoneri al quarto posto, in barba ai detrattori – allora si potrebbe davvero ipotizzarne un utilizzo a titolo definitivo.

Posto unico

Ma, a quel punto, presupponendo l’inamovibilità di Biglia e Kessiè, resta da capire chi verrà “bruciato” dal nuovo modulo. Composta la nuova scacchiera tattica, risulta evidente che uno fra Bonaventura e Calhanoglu rischi di accomodarsi, spesso e volentieri, in panchina. Se non entrambi, vista l’ottima condizione – e relativa attitudine al ruolo – di Diego Laxalt. Un terzetto che rischia seriamente di metter piacevolmente in difficoltà Gattuso, tornato a respirare dopo l’apnea provocatagli da derby e Betis.

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