Dalla panchina al campo con un biglietto solo andata. È un Bakayoko 2.0

La storia di Bakayoko al Milan sorge a Napoli. Una mezz’ora quasi incosciente al San Paolo, giusto il tempo per presenziare alla rimonta del Napoli e per far sgranare gli occhi a tutto il mondo Milan. “Deve imparare proprio a muoversi con il pallone”, avrebbe ammesso Gattuso. Direttamente da Napoli, il mondo Milan apprende una grande lezione: in regia, Bakayoko non rende. Un ruolo forse troppo tecnico, che richiede una certa dose di precisione. Meno quantità e più qualità.

UN INIZIO NO – Allora, ecco la seconda occasione. Contro l’Atalanta, a San Siro. Questa volta da esterno di centrocampo. Ma la musica non sembra cambiare poi così tanto. Disordinato, poco concreto, quasi un peso per la squadra. Il mister, però, ne apprende prontamente l’importanza per i ricambi a centrocampo. Inevitabile l’umile investendo sulla sua integrazione in squadra. Gattuso non manca mai all’appuntamento quando si tratta di elogiarne la professionalità e le qualità, forse ancora nascoste. “Dategli tempo“. E forse, solo oggi possiamo ammettere che il tempo a volte trasforma.

LA RINASCITA – Il suo battesimo in rossonero è datato 31 ottobre. La prima da titolare in Serie A, in occasione dello stop inaspettato del compagno Biglia. Contro il Genoa, il francese ha svolto un match di ordinaria amministrazione. L’ultimo brutto ricordo in rossonero è proprio il retropassaggio che serve l’autorete di Romagnoli. Tanti fischi da San Siro, probabilmente gli stessi che in poco tempo diventeranno applausi sinceri. La storia di Tiémoué continua contro Udinese e Juventus. Ma il Bakayoko di Napoli non esiste più. Contro una compagine del calibro della Juventus è il migliore in campo. Questo basti per definirla “rinascita”. Bakayoko ha rappresentato l’alternativa per l’Europa, sin dalla gara contro il Dudelange. Ora, sembra essere qualcosina di più.

 BIGLIA OUT – Un’ascesa inaspettata, ma salvifica per tutto il Milan. Complice l’infortunio di Lucas Biglia, Bakayoko ha ereditato le chiavi del centrocampo. Gattuso aveva ragione. Ancora. “Gli serve solo fiducia” aveva detto. In tre gare da titolare in campionato, integrato alla perfezione, ecco il vero Bakayoko. Quello che filtra a centrocampo, ma propone anche spunti offensivi per niente banali. Recupera palloni e non ne spreca mezzo. Sbaglia il retropassaggio, ma non sta di certo a guardare. Una sicurezza. Certamente servirà limare la prevedibilità, ma la strada intrapresa servirà le giuste indicazioni verso la definitiva affermazione.

BENVENUTO, BAKA – Questo principio di Bakayoko al Milan insegna tanto. Mai giudicare anzitempo, aspettare tutti e analizzare con la base della continuità. Purtroppo (o per fortuna, non si sa) Biglia rientrerà a marzo. Non è ancora tempo per Tiémoué di abbandonare il palcoscenico. Ci sarà modo di dimostrare o confermare quelle qualità che fanno di Bakayoko un giocatore semplice e ordinato, con quel pizzico di personalità per completare. Ma che per giungere all’affermazione ha scalato la montagna delle aspettative. Certamente non tra le più basse.
Caro Baka, benvenuto a destinazione. Non vi è disponibilità per un volo di ritorno in panchina.

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