Gazidis e Leonardo, alleanza vitale. Il passato insegna…

In crisi (o quasi) sul campo, compatti fuori. Il nuovo corso del Milan, malgrado le tante difficoltà incontrate da Gattuso e soci va avanti. Un nuovo corso che, come abbiamo visto in queste settimane, si è snodato fra scialbi pareggi e vittorie in extremis ma, da sottolineare, nelle aule di tribunale di Nyon e nelle stanze dei bottoni di Casa Milan.

Stelle e strisce

Il burrascoso quanto inspiegabile (?) addio di Yonghong Li in estate ha, infatti, spalancato a Paul e Gordon Singer le porte della proprietà del club di Via Aldo Rossi. E, seguendo una tradizione spiccatamente americana, i due imprenditori statunitensi non potevano che muovere la prima pietra partendo con lo strutturare saldamente il management del Milan.

Tasselli

Le pedine hanno iniziato ad essere acquisite rapidamente: in principio con la promozione a Presidente di Paolo Scaroni. Poi, andando a colmare ruoli maggiormente operativi, con l’arrivo di due ex – e bandiere – rossonere, con Leonardo e Maldini alla direzione tecnica. Un doppio arrivo che ha permesso al Milan di sfruttare le conoscenze sul mercato europeo del brasiliano, malgrado – fino ad ora – gli arrivi non abbiano pienamente convinto. A chiudere la porta, completando il cerchio degli arrivi, ci ha pensato Ivan Gazidis, neo amministratore delegato del Club, carica lasciata vacante dal licenziamo di Marco Fassone.

Analisi

Quello che, ora, preme analizzare è proprio il rapporto, presente e futuro, di colui che per anni ha contribuito a realizzare le fortune – più finanziarie che sportive – dell’Arsenal e il dirigente brasiliano, peraltro ex tecnico e giocatore del Milan. Nel corso degli ultimi anni, infatti, ben sanno i tifosi del  club di via Aldo Rossi quanto rischi di essere deleterio un cattivo rapporto fra chi gestisce la parte finanziaria e chi quella sportiva.

Esempi

Due, in particolare, gli esempi. Il primo, forse meno evidente, risale alla scorsa stagione, con la spaccatura, mai esplicita ma evidente nella coda della loro permanenza a Milanello, fra Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli. Un duo che, nell’estate del 2017, pareva esser perfettamente simbiotico, salvo poi scoppiare nelle difficoltà attraversate in rossonero. Ostacoli che hanno influito, senza dubbio, nel loro allontanamento dal Milan, seppur le cause dei rispettivi addii siano poi state altre.

L’esempio principe, tuttavia, non può che esser riferito alla parentesi che potremmo definire del doppio AD, ovvero quella in cui Adriano Galliani e Barbara Berlusconi si siano contesi lo scettro del potere rossonero. Una battaglia, nemmeno troppo silente, a colpi di calciomercato e dichiarazioni a mezzo stampa, capace di portare entrambi e l’intero ambiente Milan più volte sull’orlo di una crisi di nervi. Basti pensare al veto posto da Barbara sull’addio, già definito da Galliani, di Pato – che avrebbe comportato l’acquisto di Carlos Tevez, poi andato alla Juve – e sfumato, con le conseguente acidamente note a tutti i tifosi milanisti, proprio per volontà della rampolla di casa Berlusconi.

Presente e futuro

Rivangare il passato, almeno in questo caso, non può certamente che far concordare tutti sull’assoluta necessità che fra Ivan e Leo nasca una spontanea ed immediata unità d’intenti. La querelle Ibrahimovic – nonostante la sensazione dello scrivente che il rinnovo dello svedese coi Galaxy non sia mai stato minimamente in dubbio – fa riflettere in tal senso. È innegabile che le perplessità del dirigente russo abbiano assunto ruolo fondamentale nel raffreddare la trattativa avviata dal brasiliano. Oggi più che mai, comunque, serve compattezza, specie da due che, il proprio lavoro, lo sanno fare in maniera egregia. Leonardo e Gazidis, ove ce ne fosse bisogno, sono, dunque, avvertiti: guai a mettersi contro l’un l’altro. Al Diavolo, in questo caso, piace la pace.

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