Milan, a tutto Castillejo: “Grazie a Gattuso siamo una famiglia. Sì, andremo in Champions…”

Intervistato da DAZN, Samu Castillejo ha rilasciato una lunga intervista. Ecco le principali dichiarazioni dello spagnolo. 

Rossonero fin da piccolo: “Conservo ancora oggi una foto di quando avevo 12 anni. Sono andato a visitare lo spogliatoio del Milan prima di una partita. Ero seduto sul tavolo nella stanza dove ora ci cambiamo. Poi anche una in Duomo con la bandiera del Milan”.

Primi ricordi da rossonero: “Giocatori come Maldini, Gattuso. Quella era una squadra che aveva vinto tutto. Ero piccolo, amavo il calcio e il Milan è una squadra che ho sempre seguito. Ho visto un Milan-Torino che finì 0-0 con rigore sbagliato da Gilardino. Ricordo tutto in modo bellissimo, lo stadio era impressionate e i tifosi incredibili per come sostenevano la squadra. Sono ricordi indimenticabili”.

Primo periodo: “Di sicuro non ho avuto molto spazio per mettermi in mostra in campionato, ma chiaro, posso dare di più. Per questo mi hanno comprato, Leonardo ha avuto fiducia in me e voglio ripagarlo. Quello di cui ha bisogno un giovane è la continuità, giocare, sentirsi in fiducia e che alla fine il calcio che hai dentro viene fuori. Tutto questo deve ancora succedere e c’è tanto di me da vedere ancora”.

Tatuaggio: “Mi sono tatuato il numero 7, quello che adesso porto sulla maglia. Mi sono tatuato tutti i numeri con cui ho giocato e così ho voluto fare anche con il 7”.

Cosa prenderebbe dai numeri 7 del Milan: “Da Robinho il dribbling, un giocatore fantastico nell’uno contro uno, da piccolo lo ammiravo tanto. Pato l’ho avuto come compagno, è incredibile il mondo in cui colpiva il pallone e la velocità che aveva. E poi è una gran persona. Shevchenko invece, aveva tutto. Ha vinto il Pallone d’Oro, ha vinto tutto con il Milan, un punto di riferimento per i tifosi. E’ evidente che lui avesse tutto”.

Gattuso: “Scherza molto con me, è un allenatore molto vicino ai giocatori e la cosa alla fine ti aiuta. Parla con tutti, grida con tutti. E’ un allenatore sempre attivo e alla fine ti costringe a stare sempre sveglio, sul pezzo, mai fermo. E tutto questo aiuta noi giocatori”.

Champions: “Sicuramente possiamo farcela, perchè siamo una squadra con una mentalità vincente, con giocatori forti, siamo un gruppo molto unito. Siamo una famiglia grazie al mister: è quello che ho ascoltato da lui sin dal primo giorno. E, alla fine, le squadre compatte e le grandi famiglie ottengono risultati”.

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