Milan, Gattuso tradito dai suoi. Il suo destino sembra segnato

Tre punti nelle ultime quattro partite, il passaggio dal quarto al sesto posto in classifica e l’uscita dall’Europa League, così si possono sintetizzare gli ultimi venti giorni del Milan. I rossoneri, dopo la scoppola di Atene, sono entrati in un tunnel dal quale al momento non si intravede la fine.

L’aspetto più rilevante e, al contempo, preoccupante è l’assenza di una reazione dal punto di vista mentale, la squadra alla prima difficoltà si abbassa e pensa solamente a non subire piuttosto che a proporre un gioco. Manca la cattiveria agonistica, la voglia di arrivare sul pallone prima dell’avversario e, se si pensa che la guida tecnica dei rossoneri risponde al nome di Gennaro Gattuso, fa capire che c’è qualcosa che non quadra. Alcuni dei giocatori sui quali l’allenatore rossonero ha sempre fatto affidamento, non stanno rispettando le aspettative,un esempio su tutti è quello di Calhanoglu.

Il turco è arrivato in Italia con l’etichetta di trequartista ma, dopo un periodo di ambientamento difficile, ha trascinato i rossoneri nella seconda parte della scorsa stagione nel nuovo ruolo, affidatogli da Gattuso, di esterno d’attacco. Questa doveva essere la stagione della sua consacrazione e invece non è mai riuscito a mettersi in mostra né in attacco né in mezzo al campo.

Nei momenti di difficoltà l’allenatore calabrese ci ha sempre messo la faccia, prendendosi a carico tutte le responsabilità e cercando sempre di non trovare alibi come un errore arbitrale o una prestazione insufficiente di un suo giocatore, guardando con fiducia all’impegno successivo. Nella conferenza di ieri, per la prima volta, ha mostrato un certo sconforto, voce rotta e sguardo che non ha mai incrociato quello dei giornalisti.

Da un po’ di tempo stanno già circolando i nomi dei possibili sostituti, si va da Donadoni a Guidolin passando dalla suggestione, molto complicata, che porta il nome di Wenger, forte di un ottimo rapporto con Gazidis.

Penso alla squadra, non al mio orticello. C’è chi giudica e vedremo cosa deciderà”. Così ha risposto Gattuso alla domanda sul suo futuro prima di mettersi subito all’opera, come ha sempre fatto, per preparare la prossima partita consapevole però del fatto che tre punti potrebbero anche non bastare per rimanere al comando della sua nave.  

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