Gattuso ha sovrastato Montella, ma ci sono limiti invalicabili

Rino contro Vincenzo, Vincenzo contro Rino. Fra l’attuale ed il precedente tecnico del Milan si alza la tensione. Merito, che in questo caso è più una colpa, delle dichiarazioni del mister campano, a poco più di un anno dall’esonero dal ruolo di guida della Prima Squadra rossonera. Una diatriba spinosa, nella quale entrambi i contendenti, fondamentalmente, hanno sufficienti basi per rivendicar ragione.

Condizione

«Quest’accusa (relativa alla scarsa condizione atletica, ndr) mi tocca profondamente sinceramente. Nella gara a Benevento, la sua prima gara, i giocatori corsero più degli avversari. Si fa confusione fra distanza percorsa e intensità. Sfido chiunque abbia messo in dubbio il mio lavoro a un confronto pubblico. Ho allenato in Serie A per 5-6 anni e penso di avere più esperienza di chi ha fatto certe affermazioni”.

L’anno scorso, senza mezzi termini, Rino aveva dichiarato di dover lavorare sull’aspetto fisico dei calciatori appena ereditati. Un aspetto, non ce ne voglia Montella, davvero evidente. Il Milan di Benevento corse sì più degli avversari ma, forse, il problema fu proprio questo: manco la lucidità nei minuti finali, quando Brignoli, al minuto numero 94, trafisse il collega Donnarumma, facendo toccare al club meneghino un punto davvero basso della propria storia recente. L’ex Fiorentina e Samp, dunque, non può rimproverare, e conseguentemente buttar fumo negli occhi ai tifosi, Gattuso per aver fatto una sacrosanta e corretta osservazione. Forse, però, l’allenatore calabrese avrebbe semplicemente fatto meglio a tenerla per se, quella dichiarazione, per evitare di screditare pubblicamente un collega.

Qualità

Arrivammo alla fine della sessione di mercato con poche risorse a disposizione per acquistare un regista e un attaccante. Vero è che fummo vicini a Morata e Batshuayi ma poi con 20 milioni di budget era difficile comprare un centravanti più forte di Kalinic”.

Uno dei punti da osservare, nel confronto fra i due che abbiamo sopraesposto, è la differenza degli organici. Chiaro, quello a disposizione dell’Aereoplanino aveva un Bonucci in più ma, anche e soprattutto, un Higuain in meno. Il Pipita, che finora non si è comunque pienamente espresso, l’anno scorso vestiva la maglia della Juve, con Kalinic – e Andre Silva ed un Cutrone ancora un pò acerbo – in rossonero. Un confronto impietoso che, almeno parzialmente, scagiona Montella. Senza dubbio, però, anche Gattuso ha dovuto sostenere metà stagione con quel pacchetto offensivo – oggettivamente inadeguato a raggiungere il quarto posto del campionato italiano – facendo indubbiamente meglio del collega. Ma siamo sicuri che, con Higuain al posto di Kalinic, o anche Morata, Montella, oggi, non sarebbe comunque seduto sulla panchina del Milan?

Società

Giocatori come Kessie e Calhanoglu sono cresciuti. Higuain è un giocatore di valore assoluto. Eppure resto molto legato al Milan: sono grato a Galliani che mi ha dato fiducia e a Fassone che all’inizio della seconda stagione mi ha confermato sulla panchina. Ho rischiato, valorizzando giocatori come Suso e Cutrone e comunque nel mio primo anno la squadra aveva una sua identità. A un certo punto eravamo anche terzi in classifica”.

Fanno riflettere, poi, le parole di Montella su Galliani prima e Fassone poi. Non tanto per coloro che vengono nominati, bensì per colui su cui vien fatto rumoroso silenzio, confermando di fatt una frattura che in molti hanno semplicemente ipotizzato: Massimiliano Mirabelli. Nominare i due ex AD, tralasciando precisamente l’ex DS può essere segnale inequivocabile di un rapporto fra i due che, senza dubbio, ha avuto effetti sullo spogliatoio rossonero nello scorso anno. Non è segreto di pulcinella, infatti, che il campano abbia contribuito a creare un clima negativo fra le mura di Milanello. Di cui, però, potrebbe non esser stato l’unico responsabile.

Conclusioni

Senza voler far un torto a nessuno, dunque, si evince punti a favore di entrambi. Oggi, infatti, Rino è, con merito, l’allenatore del Milan: una guida sicura e, finora, efficace. Anche nei numeri, dal momento che Gattuso ha collezionato 65 punti nell’ultimo anno solare, risultando il secondo miglio allenatore della Serie A. Va anche detto, però, che Montella, pur avendo manifestato limiti ed errori nel suo ultimo periodo alla guida del Milan, possedeva attenuanti non trascurabili. La verità, dunque, sta probabilmente nel mezzo. Ed, anzi, l’ancor più importante è che, forse, urgerebbe smetterla di mandarsi frecciatine a mezzo stampa. Anche, e soprattutto, per il bene del Milan.

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