Gattuso: “Non voglio più parlare di Higuain, andiamo avanti. Piatek? Sembra RoboCop”

Milan-Napoli sarà anche Gattuso contro Ancelotti. Il presente sfida il passato, un Milan giovane (tutti classe anni ’90) affronta la macchina Napoli, una compagine affermata, completa, al secondo posto in classifica. “Carlo per me è più che un esempio” ricorda Gattuso, “Non si può seguire. Sapete già ciò che penso. È credibile, entra nella testa dei giocatori“. Saluti veloci ad Higuain, poche parole anche per Piatek, alla sua seconda giornata a Milanello. “Non voglio più parlare di Higuain, ha fatto la sua scelta: noi andiamo avanti. Piatek è uno di poche parole, quando uno si presenta dicendo che vuole spaccare tutto, va benissimo così“.

L’ho fatto giocare subito, Paquetà è arrivato pronto. Penso che possa dare ancora molto. Siamo molto soddisfatti“. Parole al miele per il neo acquisto brasiliano, così come per tutta la squadra. “Stiamo lavorando bene, non mi sono sbagliato parlando male della rifinitura pre Genoa“, ha ammesso il tecnico rossonero. “Abbiamo rischiato di perdere, il primo tempo non mi è piaciuto. Le partite come quelle di domani ci servono per crescere“.

Siamo a posto così“. Chiusa la porta al mercato, Gattuso ha sbarrato anche quella che vede Calhanoglu lontano dai rossoneri. “Calha resterà con noi, a Zapata è stato proposto un rinnovo contrattuale. Deciderà lui“. Il mister ha accennato alla gara di domani sera contro il Napoli. “Domani dovremo fare una grande prestazione, quella di Ancelotti è una grandissima squadra, con grande qualità. Domani dovremo lavorare duramente per conquistare dei punti. Ormai tutte le gare saranno decisive per noi“.

Il Milan affronterà la seconda parte di stagione con due centravanti giovani. di prospettiva. Se vogliamo due promesse. “Cutrone? L’ho visto cambiato dall’inizio della stagione, gli ho fatto i complimenti per il suo rendimento. Rende molto bene quando subentra“.

Un mister rilassato, raffreddato e consapevole nel raccontare il periodo del suo Milan, “decisivo, come tutta la nostra seconda parte di stagione. Per giocare a calcio bisogna fare fatica“. Inevitabile citare gli avvenimenti di un mese fa, quelli che hanno coinvolto Koulibaly. Avvenimenti lontani dal campo verde, molto vicini al concetto drammatico del razzismo. “Domani voglio sentire solo applausi per Koulibaly. Nel caso dovesse registrarsi qualche avvenimento non bello, voglio sentire solo applausi dagli altri 65mila spettatori“. Uno sport sì, ma il calcio è anche scuola di vita.

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