Genoa-Milan, neanche il Comune di Genova ci sta: “Il match si giochi alle 21”

Genoa-Milan si candida per essere forse la partita più ‘tribolata’ dell’anno dopo Inter-Napoli. Dopo la decisione dell’Osservatorio per la manifestazioni sportive di giocare la partita alle 15 di lunedì invece che alle 21 “per motivi di ordine pubblico” (su indicazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini), ora a scendere in campo è il Comune di Genova, che in una lettera alla Lega di Serie A chiede di giocare all’orario di partenza. 

La decisione arriva poche ore dopo la minaccia degli ultras rossoblù di disertare la partita, come evidenziato in una nota pubblicata dal tifo organizzato di Genova: “Non subiremo in silenzio – c’è scritto -. Non saranno esposti gli striscioni che abitualmente colorano lo stadio e sarà lasciato deserto lo spazio che occupiamo ogni gara”. Gli ultras, inoltre, hanno invitato la società del presidente Preziosi a “tutelare gli interessi di tutti i suoi tifosi, abbonati e non, con lo stesso impegno e puntualità con cui vende i giocatori migliori della rosa ad ogni sessione di mercato. “I tifosi del Genoa meritano rispetto, la città di Genova merita rispetto” conclude il comunicato.

Venerdì sera a “Gradinata Nord”, in onda su Primocanale, inoltre, il presidente dell’Acg (Associazione club genoani), Matteo Picasso, aveva invocato un intervento del sindaco di Genova, Marco Bucci, e un passo indietro della Lega. La rabbia dei tifosi è poi proseguita anche sui social. In coro hanno esclamato: “Così non ci vogliono far andare allo stadio”.

La morte di Spagnolo – Tra Genoa e Milan non corre buon sangue, e nel passato c’è una macchia nera: l’omicidio di Vincenzo Spagnolo, tifoso rossoblù che fu pugnalato a morte da quello rossonero Simone Barbaglia, il 29 gennaio 1995. Negli ultimi anni, però, non sono accaduti fatti problematici, ma dopo quanto accaduto in Inter-Napoli Salvini ha voluto andarci cauto. 

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