La UEFA studia modifiche al FPF: che impatto avrebbero sui conti del Milan?

Domani sarà ancora Milan contro Uefa a Nyon. Un braccio di ferro che non vede il tramonto. L’oggetto della discussione sarà – tanto per cambiare – il Fair Play Finanziario. La stessa UEFA, riportando un’esclusiva della Bild, starebbe pensando a rimodulare il FPF, non concedendo però respiro ed elasticità ai club, bensì rendendo “il gioco” ancora più complicato.

IL RISCHIO BOLLA – L’obiettivo evidente di Ceferin, numero uno della UEFA, è quello di calmierare i prezzi. Le valutazioni dei calciatori si stanno gonfiando pericolosamente a vista d’occhio. Da tempi non sospetti, gli addetti ai lavori predicano prudenza, consci del rischio che si venga a creare una bolla, pronta ad esplodere con danni irreparabili per il sistema. Detto ciò, intervenire in questa direzione è una scelta legittima per tutelare il mondo calcistico. L’acquisto di Bale nel 2013 ha fatto da spartiacque: da quel momento i prezzi dei giocatori hanno subito un’impennata, mettendo fuori gioco dal mercato chi non può permetterselo. In economia lo chiamano “cartello”, un accordo tra più produttori per porre in essere delle misure che tendono a limitare la concorrenza sul proprio mercato, fissandone i prezzi. Al tavolo verde del mercato, oggi, possono entrare solo i big.

LE NOVITA’ – Secondo le indiscrezioni, saranno due le novità principali che Nyon proporrà ai club.

  • Per contenere i costi, la UEFA starebbe pensando a limitare la spesa per il mercato (cartellini e ingaggi) da parte dei club a una somma pari a quanto ricavato dalle attività caratteristiche, quelle strettamente legate all’area calcistica. Tradotto, i ricavi in questione solo quelli da gare (biglietti ed abbonamenti), dai diritti TV e quelli commerciali (da sponsorizzazioni, sfruttamento dei marchi, merchandising, ecc). Non rientrano quei proventi non ordinari derivanti dalla gestione dei diritti dei calciatori, ovvero le plusvalenze. Una voce pari a 42 milioni di euro nell’ultimo bilancio del Milan 2017-2018 su 255 milioni di fatturato.

Insomma, niente di nuovo, ormai lo sappiamo a memoria: è necessario aumentare il fatturato. Gazidis è arrivato per questo, molto ci si attende da lui. Il tempo ci dirà sulla bontà del suo operato.

  • La seconda novità riguarda i criteri di contabilizzazione del costo di acquisto dei cartellini dei giocatori che obbligherebbe le società a praticare maggior prudenza, dando maggiore peso agli ammortamenti. In pratica, il prezzo del cartellino andrebbe spalmato non più considerando la durata dell’accordo contrattuale (nella gran parte dei casi quinquennale), ma al massimo in un triennio.

L’IMPATTO SUL BILANCIO 2017/18-Una regola che andrebbe ad incidere sui bilanci dei grandi club, ma penalizzerebbe ancor di più i piccoli che godono di ricavi inferiori e avrebbero ancora meno tempo per rientrare dagli investimenti. Che impatto avrebbe avuto sull’ultimo bilancio del Milan? Solo citando i pezzi più costosi nell’ultimo bilancio approvato, Bonucci, acquistato per 42 milioni è stato ammortizzato per 8,4 milioni, con queste regole avrebbe pesato in bilancio per 14. Andrè Silva, comprato per 38 milioni, ammortizzato per 7,6, sarebbe stato “spesato” per 12,6. Morale della favola: il rosso di 126 milioni sarebbe stato ancora più pesante.

QUINDI COSA CAMBIA?- In questo scenario, ipotizziamo che il Milan acquistasse Piatek in estate per 60 milioni (fantamercato? forse). Il polacco impatterebbe sul bilancio nel primo anno per 20 milioni e non per 12, come prima. Una bella differenza. Dall’altro lato della medaglia, in caso di cessione del calciatore dopo 3 anni, il club realizzerebbe una plusvalenza piena. Qualche giorno dopo la frecciata di Boban, dove spiegava che negando la possibilità di investire si preclude la crescita di un club, ci saremmo aspettati un’apertura diversa. In attesa di capire se e come questa idea si concretizzi, l’unico effetto benefico sarebbe quello di mettere un freno ai prezzi crescenti. Ma il calcio rimarrà sempre cristallizzato nelle sue gerarchie, dove chi può permettersi di spendere resta competitivo, mentre chi è bloccato dai paletti rimane nelle sabbie mobili del FPF e non gli resta che vivere di occasioni – per dirla alla Leonardo – di prestiti e parametro zero.

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