Leonardo, un momento complicato ed un duplice dubbio

Leonardo Nascimento de Araujo, per amici e milanisti semplicemente Leo. Un uomo che da calciatore s’é trasformato in dirigente, passando anche per la panchina e, al momento della firma con l’Inter, anche come traditore. Giuda fu definito dal popolo milanista che, però, conosce il perdono e ha riaccolto il brasiliano pochi mesi fa, con l’insediamento di Elliot che ne ha comportato il ritorno.

Un riavvolgimento di nastro veloce ma dovuto, per colui che, in questo momento, è sotto i riflettori di Casa Milan. Riflettori di certo non dorati, vista l’epoca storica negativa attraversata dal club meneghino. E, dunque, anche lo stesso Leo si trova in difficoltà. Evidente ed innegabile, o quantomeno discutibile.

Basti pensare alle ultime dichiarazioni su Higuain che, di fatto, hanno riacceso un incendio che, in primis, potrebbe bruciare il Milan stesso, privandolo di un uomo da 111 reti in 5 anni di Serie A. Le parole di Leonardo sul Pipita sono da prendere ad esempio di un comportamento che potrebbe avere due origini.

Il diktat presidenziale firmato Scaroni, nel corso della conferenza di presentazione di Paquetá, era stato chiaramente quello di voler evitare qualsiasi riferimento al mercato in corso. Un veto eluso dal dirigente brasiliano: perché?

La prima ipotesi porta a pensare ad una scarsa sintonia maturata con Elliot e lo stesso Scaroni, uomo di fiducia del fondo americano. Il contrasto fra le parole di uno e quelle dell’altro appare evidente, così come innegabile è che, fino ad ora, mai Gazidis e Leonardo – comparsate in tribuna a parte – abbiamo dato segnali di stima reciproca. Vien da creder, dunque, che l’operato di Leo abbia origine da una voglia di rivendicare il proprio status, di restituire quell’importanza apparentemente rubata al proprio ruolo.

In secondo luogo, invece, si potrebbe pensare ad una semplice strategia di mercato, volta a metter benzina sulla trattativa – apparentemente raffreddata – con il Chelsea per il trasferimento di Gonzalo Gerardo Higuain. Un’operazione che, almeno secondo lo scrivente, sarebbe semplicemente folle. E, di certo, Leonardo non è uno che di calcio non se ne intende.

Si alza, dunque, un’unica domanda: dove sta la verità?

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