Rino e la buona strada per il suo Milan, ora bisogna continuare

Rino Gattuso non lo dirà mai apertamente, in pubblico, o a margine di una conferenza stampa, ma un aspetto sembra ormai chiaro ed inequivocabile: il suo Milan è ormai diventata una squadra. I numeri di questo inizio 2019 sono impressionanti. Sei partite di campionato, otto totali considerando anche Supercoppa e Coppa Italia, cinque vittorie, due pareggi e la sola sconfitta contro la Juventus (arrivata immeritatamente) a Gedda. Nelle sei gare disputate in Serie A sono arrivati ben 12 gol, mentre sono solo due quelle subite da Donnarumma. Se limitiamo il bilancio alle sole ultime tre gare, poi, la squadra ha è andata a segno per nove volte, subendo solo una rete. Dopo un paio di prestazioni positive, all’interno di questa stagione, Gattuso predicava sempre la solita calma e ribadiva più volte che per diventare squadra e parlare definitivamente di rinascita, bisognava dare continuità a gioco e risultati e fare sei o sette prestazioni di fila convincenti. Dopo queste tre vittorie belle e convincenti, arrivate subito dopo la vittoria a Marassi contro il Genoa e i due positivi pareggi contro Napoli e Roma, la sensazione è che si è davvero sulla strada giusta e contro Sassuolo e Chievo, facendo gli scongiuri, c’è davvero la possibilità di allungare ulteriormente questo magic moment, prima dell’attesissimo derby del 17 Marzo.

Il vento sembra davvero essere cambiato rispetto alle scorse ed ultime maledette stagioni, lo diciamo sottovoce, ma ci sono tanti elementi che possono avvalorare questa tesi. Nel recentissimo passato, anche con Gattuso in panchina ed anche nella stagione in corso, troppo spesso il Milan steccava nei momenti clou, nei momenti in cui doveva fare il definitivo salto di qualità, nei momenti in cui serviva dare una sterzata definitiva ad umore e classifica. Troppo spesso questo è successo contro squadre non al livello dei rossoneri, contro le cosiddette “piccole”, in prestazioni scialbe che finivano con pareggi o addirittura sconfitte davvero non preventivabili. Anche quando la squadra riusciva ad avere la meglio sugli avversari, poi, lo faceva sempre o quasi stentando e non convincendo mai del tutto. In queste ultime tre partite, Bergamo a parte, il Diavolo ha dato l’impressione di invertire questo trend negativo. Proprio contro Cagliari ed Empoli, paradossalmente, infatti, in partite casalinghe in cui hai tutto da perdere e nulla da guadagnare e se vinci hai fatto semplicemente il tuo, la squadra era chiamata a dimostrare di essere cresciuta anche sotto il punto di vista della maturità e della consapevolezza dei propri mezzi. Sono arrivate due vittorie nette, rotonde, convincenti, con la giusta cattiveria davanti e senza soffrire nulla, o praticamente nulla, dietro e controllando la gara dal 1′ all’ultimo minuto.

Ora, testa alla semifinale di andata di Coppa Italia, in programma martedì sera all’Olimpico contro la Lazio di Simone Inzaghi, ma poi, come detto, il campionato offre la possibilità di allungare questa striscia positiva e di dare continuità ai risultati. Sassuolo in casa e Chievo fuori sono partite da vincere senza se e senza ma per restare ben saldi al quarto posto e accrescere ancora di più gioco ed autostima. Il resto, nell’immenso lavoro svolto da Rino Gattuso, lo fa il gruppo, la squadra, la compattezza che il nostro Mister è riuscito a dare allo spogliatoio. Chi gioca fa il suo e dà il 100%, chi gioca di meno fa lo stesso quando è chiamato in causa, così si sentono tutti importanti e gli altri sono chiamati a dare il massimo per convincere l’allenatore ad offrirgli una possibilità. Una sana competizione che stimola tutti e di cui il Milan trae beneficio. Senza contare tutti i giocatori che hanno beneficiato o stanno beneficiando della fiducia e del lavoro del Mister e pian piano, ad uno ad uno, stanno dimostrando il loro valore. Non è stato fatto ancora nulla, però, e la continuità deve essere l’unico credo di un gruppo che intanto, però, è tornato ad essere una squadra.

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