Ringhio, il contratto e la scaramanzia

Sfumata la Supercoppa italiana a gennaio, Elliott punta forte sulla Coppa Italia per conquistare il primo trofeo. Sarebbe, in caso di vittoria a maggio, la prima competizione “lunga” in bacheca dopo lo scudetto conquistato nel 2011. Se pensiamo, infatti, che dopo quella vittoria ci furono solo due Supercoppe in finale secca (sempre nel 2011 contro l’Inter e nel 2016 con la Juve), sarebbe un bel balzo in avanti. C’è da dire, tra l’altro, che in questi anni il Milan era andato già due volte vicino alla conquista del trofeo nazionale: nel 2016 nella finale persa ai supplementari contro la Juve e lo scorso maggio sempre con i bianconeri di Max Allegri.

Nella corsa al quarto posto, ed eventualmente al terzo visto che l’Inter è lontana solo due punti con un derby da giocare il 17 marzo, per i rossoneri saranno importanti anche i giocatori di rientro dagli infortuni, come quel Lucas Biglia che dovrà accontentarsi – per ora – del ruolo di leader della panchina e negli allenamenti, come ha voluto sottolineare ieri Rino Gattuso.

A proposito del tecnico rossonero, sembra davvero pronto un rinnovo di contratto fino al 2022. Non porta bene a Ringhio firmare prolungamenti in primavera, visto il precedente dell’anno scorso con la vecchia dirigenza che gli fece sottoscrivere il nuovo accordo ad aprile. Gattuso si ritrovò poi a faticare per la qualificazione all’Europa League e perdere malamente la finale di Coppa Italia. Per uno scaramantico come lui sarebbe bene attendere la fine della stagione prima di suggellare una nuova conquista professionale.

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