“Cebolinha”, un mix di tecnica, dribbling e “saudade”: il profilo di Everton Soares

30 Novembre 2017.
Il Grêmio di Renato Portaluppi, vecchia conoscenza della nostra Serie A con le vesti giallorosse della Roma, trionfa sul Lanús e vince la Copa Libertadores. Era il Grêmio di Luan, Arthur (oggi al Barcellona), Marcelo Grohe, Geromel e, tra i tanti, anche di Everton. “Tra i tanti”, perché Everton quella sera non scende in campo come successe invece nella finale di andata, ma vincerà comunque il suo primo titolo internazionale. È solo l’apice di un’ascesa alla gloria che lo ha portato ad attirare l’interesse di un dirigente come Leonardo che di calcio brasiliano si intende parecchio.

PERICOLO ‘SAUDADE’

È probabilmente questo il più grande limite di Everton Soares, che per ora ha inciso nel corso della sua giovane carriera. Everton nasce a Maracanaú, regione metropolitana di Fortaleza dove inizia a giocare nella squadra locale. Non passa molto tempo prima che alcuni osservatori si accorgano del suo talento proponendogli un provino con il São Bernardo (SP). Dura due mesi dopodiché la famosa ‘saudade’ prende il sopravvento e torna a casa. Nel 2011 entra a far parte delle giovanili del Fortaleza, la sua squadra del cuore, dove inizia a brillare. A soli 15 anni si trasforma in goleador nel Caerense Sub17 è l’anno successivo si ripete nel Sub20. Sei gol in quattro derby giocati contro il Ceará contribuiscono ad attirare l’interesse di Manchester City e Grêmio, che è la squadra più rapida ad assicurarsi il giovane brasiliano. Ma Porto Alegre non è Fortaleza. “A Fortaleza io vivevo in bermuda e ciabatte infradito, andavo vestito così anche agli allenamenti, a Porto Alegre tutto questo non è possibile ma io sono sicuro che un giorno tornerò a giocare nel Fortaleza da professionista.

‘CEBOLINHA’

Una delle peculiarità più amate del calcio sudamericano è quella rappresentata dai soprannomi, sempre fantasiosi ed originali. Il primo soprannome di Everton è ‘Cebolla’, ovvero ‘Cipolla’, che però era anche l’appellativo del ben più noto Cristian Rodriguez (ex Atletico Madrid e Parma, tra le altre). C’è quindi bisogno di cambiare, e allora ecco l’idea:  ‘Cebolinha’, che tradotto significa la stessa cosa prima ma un po’ più piccola; un soprannome ispirato a un personaggio dei fumetti a cui Everton somiglia molto e che in Brasile è molto famoso.

IL NUOVO NEYMAR? NON PROPRIO

Everton gioca sulla fascia sinistra come esterno d’attacco, un ruolo che nel Milan di quest’anno è quasi sempre stato ricoperto da un trequartista come Calhanoglu che non è mai riuscito ad adattarsi al meglio a questa nuova posizione. I paragoni con Neymar non si sono fatti attendere ma probabilmente i due giocatori viaggiano su due pianeti totalmente differenti. Dribbling e qualità tecniche sono il cavallo di battaglia del giovane giocatore del Grêmio che però dà il meglio di sé in progressione ed in contropiede quando può strappare le maglie difensive avversarie. A soli 23 anni Everton ha un Palmares di tutto rispetto che vanta, oltre ad 1 Copa Libertadores, anche 1 Recopa Sudamericana vinta contro l’Independiente di Ariel Holan, 1 Copa do Brasil ed 1 campionato Gaucho. L’anno scorso la finale di Copa Libertadores è sfuggita a pochi minuti dalla fine contro il River Plate che avrebbe poi vinto la final del siglo contro il Boca e quest’anno il Grêmio è ancora uno dei candidati principali alla vittoria finale. L’eventuale presenza di Everton – però – dipenderà molto dal Milan.

Fabio Perfetti

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