Chi compenserà Fabbri?

“Meglio provare Fabbri in uno Juventus-Milan adesso con la Juve con 20 punti di vantaggio che l’anno prossimo quando magari ci si gioca qualcosa di più importante”. Le parole di Fabio Caressa, pronunciate domenica sera ventiquattro ore dopo gli errori nel match dello Stadium, non hanno solo fatto infuriare i tifosi rossoneri. Purtroppo sono il sintomo di come la Serie A, stradominata da una sola squadra, abbia perso le coordinate per essere un campionato affascinante. Eppure ci si dimentica che mai come quest’anno la lotta per entrare in Champions League si sia fatta avvincente. Almeno quella.

Pensare che un campionato sia privo di significato perché vinto nei fatti con tre mesi d’anticipo dalla Juve non autorizza a snobbare tutto il resto. Un pensiero del genere ha soprattutto l’effetto detonatore di “perdonare” sviste ed errori che, invece, nel caso del Milan possono abbattere pesantemente equilibri e bilanci. Immaginiamoci se i rossoneri non entrassero in Champions per uno o due punti? Chi compenserà l’errore di Fabbri di sabato scorso? Senza considerarne altri.

Si dice spesso che questa sia sempre materia di compensazione: una domenica si ha il rigore dubbio a favore, un’altra se ne ha uno ingiusto contro. Il Var – ci avevano detto – avrebbe fugato ogni perplessità, mandando in pensione moviolisti e opinionisti, non solo in tv, ma anche al lunedì mattina nel bar sotto casa. Il designatore Rizzoli, ammettendo palesemente gli errori, si trova a dipanare una matassa difficile: non ha nuove leve all’altezza e il protocollo si presta alla vanità di qualsiasi arbitro che, come nel caso di Fabbri, magari non vuole ammettere l’errore e correggere la decisione. Ci era stato insegnato il contrario. Se vogliamo tornare indietro, è bene dirlo. Basta non minimizzare perché la Serie A non è solo lotta per lo scudetto. Chiedetelo a Inter, Milan, Atalanta, Roma, Lazio, Torino e magari a Frosinone, Bologna, Spal, Udinese, Empoli…

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