Milan, il bilancio ad oggi: più ombre che luci. Gattuso ci mette la faccia ma la squadra vive di alti e bassi

Fare un bilancio della stagione del Milan, all’alba di una delle settimane più decisive può risultare azzardato, ma a fine aprile è possibile delineare un “bilancio di verifica”, in attesa di quello definitivo. Risulta scontato che l’esito del piazzamento finale sarà la linea di demarcazione tra una stagione positiva e una fallimentare.

IL VOTO ALLA SOCIETA’: 6,5

E’ la media tra il mercato estivo non soddisfacente (il flop Higuain e la stagione sfortunata di Caldara) e il mercato di gennaio che ha portato due ottimi colpi. La dirigenza ha messo due buone “toppe”, che certamente non possono coprire i limiti evidenti della rosa, ma se sarà Champions, la spinta data dai gol di Piatek e la qualità di Paquetà non si potrà negare. In attesa di capire come si evolverà la disputa con l’Uefa, possiamo assolvere Leonardo e soci sul mercato. Da rivedere invece il sostegno a Gattuso, spesso rimasto l’unico a metterci la faccia.

IL VOTO A GATTUSO: 6

Se il Milan attualmente è in zona Champions, il merito va attribuito in parte allo scarso rendimento delle rivali, in parte al suo tecnico. Bravo Rino a restituire solidità ad una squadra che negli ultimi anni era sembrata troppo molle. Ovvio, anche lui poteva dare di più, è un tecnico giovane e con poca esperienza alle spalle: ha sbagliato spesso nelle partite che contano. Il gioco lascia a desiderare, ma la squadra evidenzia i propri limiti. Se in campo il giudizio resta sospeso, non possiamo dimenticare che fuori ha dimostrato di essere un uomo vero, stimato da tutti gli addetti ai lavori. Rino resta il miglior allenatore che in questo momento il Milan possa avere, ma per il salto di qualità, in futuro, la squadra dovrà affidarsi ad un altro profilo.

IL VOTO ALLA SQUADRA: 5,5

Chi ha deluso – in realtà – sono stati coloro che indossano la maglia rossonera. Molti hanno giocato al di sotto delle aspettative e delle loro qualità. Con Piatek, si sono salvati solamente Donnarumma, Bakayoko e capitan Romagnoli. Più che tecnici, i limiti sono sembrati legati alla personalità, mancata nei momenti cruciali. La squadra non ha dato segnali incoraggianti nell’attaccamento alla maglia, nell’impegno e nel seguire a pieno il proprio allenatore. Ci si aspettava soprattutto di più da Kessie, Suso e Calhanoglu. Oltre al rendimento in campo, hanno stonato anche alcuni gesti e comportamenti fuori dal campo che non appartengono allo stile Milan.

Ma ad un mese dalla fine dei giochi, tutto ancora si può ribaltare…

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