Milan, più amore per il rosso e il nero. Il resto vien da sé

Una sola vittoria nelle ultime sei partite per la truppa di Gattuso. Probabilmente un bottino troppo povero per chi, come il Milan, desidera varcare le porte della Champions. Quest’oggi, dopo la vittoria nello scontro diretto contro la Lazio, un’altra brusca frenata in quel di Parma: Alves, con una punizione al bacio, ha recuperato il gol di Castillejo, facendo traballare ulteriormente i rossoneri, in bilico al quarto posto. Qualcosa evidentemente non funziona. Scoprire cosa resta assai complesso, con un Milan sulle montagne russe, sempre più scostante e ormai privo di certezze. Il condottiero del Milan non ha mostrato paure o preoccupazioni. “Non è una tragedia” ha ammesso Gattuso. Non lo è, certo. Basti pensare alle prossime sfide del Milan, diverse delle quali più che fattibili per una squadra come quella dei rossoneri, sulla carta costruita per competere ad alti livelli, quelli per l’Europa che conta.

IL PROBLEMA – Proviamo quindi ad accantonare l’amore per il Milan, prendendo in esame il senso d’appartenenza mostrato dai rossoneri che attualmente compongono la rosa a disposizione di mister Gattuso. Ciò che manca alla maggior parte dei milanisti è probabilmente il DNA rossonero. Nell’animo di chi ha vestito questa maglia e ne ha scritto la storia c’erano orgoglio, sacrificio, sudore per la maglia, spirito vittorioso e un rispetto inconfutabile verso i colori che compongono lo stemma cucito sul petto, il rosso e il nero. Tra i rossoneri di Gattuso spiccano diverse personalità, alcune delle quali di prospettiva, chi portatore sano di classe e qualità e chi sa di poter contare su muscoli e testa. Nel Milan c’è probabilmente tutto. Sono pochi, tuttavia, i rossoneri che mostrano un marcato attaccamento ai colori per i quali scendono in campo ogni domenica. Doveroso citare il capitano del Milan, divenuto tale per circostanze, ma anche per un sentito e indiscusso amore per i colori, celebrato con un rinnovo nel momento di maggior incertezza e instabilità. Anche Zapata, maestro di professionalità, ha sempre rispettato e lottato con classe per il gruppo, ma anche e sopratutto per il Milan. Cutrone, una di quelle pedine di prospettiva, è nato con il Milan addosso ed è proprio questo a garantire quell’inconfondibile brio frizzante dettato da un cuore rossonero che gonfia lo stemma sul petto.

IL RESTO – Con questo, non stiamo condannando alcun rossonero. La nostra vuole essere un’analisi sulla mancanza forse primaria nel Milan di Gattuso: l’amore indiscusso per il Milan stesso. Tra i rossoneri si percepisce uno spiccato rispetto per ogni componente del gruppo, aiuto reciproco e senso di responsabilità verso il proprio lavoro e il rispettivo ruolo. Un gruppo che funziona, basato su principi saldi e condivisi da ogni componente, tutti sullo stesso livello. L’ingrediente mancante è probabilmente il sentimento (quello vero, antico e puro) verso il rosso e il nero, gli stessi colori che dominavano in Europa e brillavano contro tutti in Italia, dalle piccole alle grandi. Cari rossoneri tutti, i tempi cambiano, le bandiere passano, ma i colori del Milan resteranno nella storia, passata, presente ma anche futura. Proseguono al passo con i tempi, i cambiamenti e la modernità. Zoppicando, ma proseguono. Il presente è leggermente buio, ma il rosso e il nero non si disuniranno di certo. Basta accendere la luce e il resto vien da sé.

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