Rino, è una mossa a doppio taglio: se azzecchi stasera, hai fallito tutto l’anno

“Ma è impazzito?”, è stato il primo commento alla notizia di un Gattuso deciso a cambiare modulo, ma soprattutto a schierare dal primo minuto Mattia Caldara, il quale registra la sua ultima – e unica – apparizione in data 20 settembre, in Europa League contro il Dudelange. Una partita impegnativa, insomma.

Cambiare disposizione tattica – poi, pensandoci bene – ci può stare, per due motivi. Innanzitutto perché così facendo il tecnico rossonero giocherebbe sostanzialmente a specchio con Simone Inzaghi, il modo migliore per tutelare il suo obiettivo primario, che ha lasciato trasparire senza troppi veli nell’intervista di ieri al canale ufficiale: quello di non subire gol. In secondo luogo perché passando al 3-4-3 – sia con il Parma sabato scorso, sia con la stessa Lazio due settimane fa – i rossoneri hanno cambiato passo, sbloccando il risultato. Una sterzata ci vuole, è vero; ma dipende come.

Ed è qui che sorge il dubbio. Se puntare sui 3 dietro ci può stare, convince meno la scelta di Caldara al centro della difesa. Perché se è vero che il sistema tattico è quello giusto per mettere a proprio agio il centrale ex Atalanta, lo è altrettanto il fatto che è quantomeno azzardato – se non addirittura sconsiderato – rischiare dal primo minuto un ragazzo che non gioca da più di sette mesi in una sfida così delicata, per il valore della sfida stessa ma anche e soprattutto per il morale di un gruppo che si sta giocando concretamente dopo cinque anni l’accesso in Champions League.

Ma non è solo questo che stupisce e fa riflettere. Gattuso sta improvvisamente rinnegando il suo credo. Perché tutti in queste ore stanno mettendo in discussione la rivoluzione tattica e la scelta degli uomini, in pochi si stanno interrogando sul significato di un’eventuale vittoria – magari anche convincente – stasera. Esatto, la conquista della finale rivelerebbe quanto le convinzioni portate avanti testardamente da inizio stagione fino a qui – tra le quali appunto quella di tenere fuori Caldara – siano state sbagliate ed inopportune. E il tutto si tradurrebbe inoltre in un fallimento tecnico di dimensioni colossali. Vero, solo uno stolto non cambia mai idea; ma farlo ad un mese dalla fine, dopo settimane e settimane di domande e perplessità da parte di colleghi e tifosi stessi, non porta certo ad essere considerati dei fulmini di guerra.

Uscire dalla Coppa Italia e dimostrare di aver avuto sempre ragione o andare in finale e ammettere di aver sbagliato? La decisione di Rino è da pillola rossa o pillola blu e anche lui – così come Neo in Matrix – ha deciso di vedere quanto è profonda la tana del Bianconiglio, rinnegando ciò a cui aveva sempre creduto. Quel che è certo – ma questo è un mio pensiero – è che il destino di Gattuso sia indistintamente compromesso, che vada bene o che vada male questa sera.

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