Bakayo-no: ritardo, riscatto e dubbi. Ecco cosa non torna

Amour Toujours. Amore sempre. Sembrava essere questo il sentimento sprigionatosi fra il Milan e Tiemoué Bakayoko. Un feeling sbocciato non con poche problematiche, a partire da un avvio relazione pregno di difficoltà tecniche. L’autunno ed il ko di Biglia, però, avevano fatto esplodere l’ex Chelsea, divenuto addirittura idolo della Curva. Tanto da spingere il tifo organizzato a dedicare un coro al francese, utilizzando – guarda un po’ – la base del celebre brano del ‘99 di Gigi d’Agostino.

Illusione finita?

I 35 milioni pattuiti col Chelsea per il suo riscatto a giugno, improvvisamente, son sembrati diventar pochi. Sui social, oggi specchio del popolar pensiero, Baka è divenuto tassello imprescindibile per il futuro. Nonostante, su queste colonne, qualche dubbio legittimo fosse stato manifestato. Ma, ad incrinare la querelle-riscatto, non sarebbero state questioni tecniche. Bensì, comportamentali, come emerso sia in occasione della vicenda Acerbi, sia ieri, con il ritardo di un’ora a mandare su tutte le furie Gattuso.

Rabbia

Tanto, infatti, è bastato per riportare in auge i dubbi ore-autunnali relativi al suo riscatto. Ed, anzi, oggi parrebbe proprio che filtri il sentiment di rispedire il buon Tiemouè a Londra. A dispetto di una resa in campo che continua ad essere fra le migliori di una rosa in debito d’ossigeno: basti guardare Torino.

Eccessivo?

Ora, posto che chiunque si presenti un’ora e mezzo in ritardo ad un allenamento meriti una punizione non da poco, tale repentinità degli eventi lascia perplessi. Innanzitutto per le modalità con cui la notizia è emerse e con le conseguenze possibili subito rese note. Chiaro merito ai colleghi che hanno avuto e divulgato la notizia – nel qual caso Sky – ma lascia interdetti la permeabilità dell’ambiente Milan in termini di notizie. Specie, poi, in un momento della stagione in cui le mura di Milanello dovrebbero essere più ermetiche che mai.

Sospetto

In termini chiari, non ci risulta difficile nascondere l’imbarazzo ed il dubbio che il “caso Bakayoko” arrivi, almeno parzialmente, con il malcelato fine di liberare il Milan dall’obbligo mediatico e ambientale di riscattare un giocatore divenuto idolo dei tifosi. Certe sono le colpe del ragazzo, che dovrebbe dimostrare una professionalità impeccabile in un momento del genere. Ma, altrettanto certo, è che le mura di Milanello iniziano a somigliare inquietantemente a carta pesta…

Per dire la vostra sul caso Bakayoko, seguite i nostri profili social: su Instagram e Facebook a breve potrete esprimere un parere sulla questione emersa ieri!

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