A tre giorni da Milan-Frosinone, l’attaccante rossonero Fabio Borini ha parlato ai microfoni del canale ufficiale Milan TV e di Sky Sport, presentando la sfida ai ciociari: “Il mister ci ha chiesto di sputare sangue e io forse l’ho preso un po’ troppo alla lettera (ride, ndr). Il modo di giocare adesso non è importante, conta solo che a fine partita ci portiamo a casa i tre punti con la mentalità vincente. Dobbiamo stare attenti a non farci intrappolare dagli inganni che possono creare le altre squadre, dobbiamo concentrarci su di noi per fare gol e vincere. Dobbiamo pensare solo a quello che succederà a San Siro, perchè se non facciamo risultato contro il Frosinone ci sarà solo da recriminare, al netto di quello che farà l’Atalanta“.
Sui tifosi: “Quando ho letto che sarà aperto anche il terzo anello ho detto a mia moglie ‘Finalmente’ perchè è bello vedere e sentire contro una squadra già retrocessa che ci sia lo stadio pieno a supportarci per l’obiettivo di andare in Champions“.
Su Gattuso: “Col mister c’è un rapporto professionale e di aiuto reciproco: quando avevo bisogno, lui mi ha aiutato, e quando lui aveva bisogno di raggruppare un po’ gli animi l’ho aiutato cercando di tirare su la squadra e parlando tanto coi compagni. Mi ha fatto sentire importante nello spogliatoio anche quando non scendevo in campo“.
Qualche considerazione finale: “Col calcio inglese c’è una differenza negli stadi, nell’entusiasmo e nella capacità di reagire ai risultati negativi. Mia figlia sarà femmina, vedremo se vorrà giocare a calcio o meno, ma con l’influenza della madre la vedo difficile“.
Sui motivi delle difficoltà: “Bisognerebbe entrare nelle teste di quasi tutti, non è facile entrare nelle teste di 24 ragazzi giovani, lingue diverse, età diverse e momenti di vita diversi. E’ stato un problema mentale, tutto parte dalla testa. Io ci lavoro individualmente fuori sede, mi ha aiutato a leggere con lucidità tutte le situazioni“.