Dal 2007 al 2019: il 2 maggio risveglia il leone che c’è in Gattuso

Qualcosa non sta funzionando. È sotto gli occhi di tutti. Non stiamo parlando di tattica, gioco o moduli. Al Milan – quello senz’anima dichiarato da Gattuso – manca l’armonia. Quest’oggi, i rossoneri andranno in ritiro, sino a lunedì, quando a San Siro si disputerà la sfida interna contro il Bologna. Un ritiro punitivo, figlio di comportamenti poco apprezzati dallo stesso mister da parte della squadra. Al completo. Nella giornata di ieri, condita con l’episodio che ha visto protagonista Bakayoko, Gattuso ha lasciato il centro sportivo scuro in volto, poco soddisfatto della sua squadra e del rendimento di diversi singoli. Il ritardo di quasi un’ora del francese Bakayoko è stato la goccia che ha fatto definitivamente traboccare il vaso. Inaccettabile per il tecnico, che non ha voluto sentire ragioni: punizione per tutti. Il tempo sta per terminare, il Milan deve ritrovare il quarto posto e questa probabilmente non risulta la direzione corretta. Il mister propone il cambio di rotta.

DAL 2007 AL 2019 – Anniversario indimenticabile quest’oggi in casa Milan: il 2 maggio del 2007, infatti, i rossoneri – in una gara perfetta – piegano il Manchester United, battuto 3-0 nella semifinale di ritorno di Champions League a San Siro. Partita memorabile di Gennaro Gattuso che in mezzo al campo rossonero non è mai mancato all’appuntamento con un giovane Cristiano Ronaldo, bloccato e curato a vista proprio dal leone numero 8 del Milan. 12 anni dopo, il leone rossonero è il tecnico del Milan e con lo stesso ruggito quest’oggi accoglierà i suoi giocatori a Milanello con i quali condividerà i prossimi quattro giorni, in un ritiro punitivo per tutto gruppo. Leone in campo, leone anche in panchina. Con la stessa grinta, passione e amore per il Milan. Incondizionato.

CAMBIAMENTO – Siamo una squadra senz’anima”, tuonava Gattuso il giorno prima di Torino-Milan, snodo decisivo per l’esito stagionale. I rossoneri hanno imboccato probabilmente la strada sbagliata, scivolando addirittura in settima posizione in classifica. Non è servita, dunque, la pugnalata emotiva lanciata da Gattuso, voglioso di una reazione sul campo da parte dei suoi. Le urla percepite ieri a Milanello valgono da conferma: tra i rossoneri è stata smarrita quell’armonia ce ha sempre caratterizzato la squadra del Milan. Poco impegno, poca professionalità e rispetto per il club: Gattuso non ci sta e per questo sta attuando un cambiamento nell’approccio con il gruppo.
Parole dure, contro il gruppo, urla a Milanello e squadra in ritiro punitivo: la crisi di risultati e rendimento si sta proiettando anche fuori dal rettangolo verde e ora la stagione si mette davvero in salita.

GIUSTO COSÌ? – Tra lo stupore generale, Gattuso ha scelto la via del bastone. Riponendo per un attimo la carota che ha sempre garantito ai suoi giocatori. “Ci metto io la faccia, sono io il capo di questa banda quindi mi prendo le mie responsabilità”, diceva. “Quarto posto? Non so se ci arriveremo, non abbiamo un’anima”, ha detto nel pre partita di Torino-Milan. Uno scenario ribaltato, probabilmente figlio di una squadra che non rema più dalla stessa parte del mister, che non riconosce più lo spirito e i principi su cui è stata fondato questo gruppo giovane e di prospettiva, proiettato verso un piazzamento in Champions League. Se è vero che la matematica non è un’opinione, il Milan non è ancora fuori dai giochi: la Champions aspetta risposte, probabilmente anche il mister.

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