Hakan, il tuttocampista tecnico di cui avremmo (sempre) bisogno

È tardi, probabilmente troppo tardi, ma nelle ultimissime giornate stiamo rivedendo un Calhanoglu decisivo. Nella scorsa stagione il periodo di grazia fu più lungo e lasciò la dolce sensazione di poter disporre di un elemento importante, che tuttavia purtroppo non abbiamo più rivisto fino a Firenze due settimane fa.

Tuttocampista instancabile anche contro il Frosinone nell’ultima a San Siro. Specie quando è uscito Bakayoko ed è entrato Cutrone, momento nel quale il turco ha accentrato la sua posizione, toccando molti palloni sopratutto in fase di costruzione.

Hakan peraltro, probabilmente più di chiunque, è il giocatore rossonero che più ha giovato della presenza di Paquetà. Giocando vicino al brasiliano il suo livello di efficacia è tornato ad essere accettabile dopo una prima parte d’annata obiettivamente insufficiente. Poter duettare col giovane Lucas, ha migliorato l’efficacia dei suoi movimenti, creando un tandem che sul centro sinistra non si vedeva da prima dell’infortunio di Jack.

Per Calha conta molto il grado di fiducia. Definirlo un calciatore emotivo è un eufemismo. Ritrovare la qualità delle sue prestazioni, in un Milan così avaro di tecnica, è fondamentale. Possibile che non sia abbastanza ormai, raggiungere il quarto posto è complicato, ma se non altro proveremo qualche sussulto, per un’apertura di prima da 60 metri o chissà magari finalmente per una punizione dalla distanza.

Potrebbe essere la sua ultima con la nostra maglia. Premier e Bundes lo attenzionano. Ha ancora 90 minuti per dimostrare di essere necessario alla nostra (nuova) ricostruzione.

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